Pensata nel 1903 ma tragicamente non applicata dopo il terremoto per favorire i palazzetti signorili nel centro storico. I pochi “esemplari” in via Roosvelt
Tramite i parapetti, nei prospetti cittadini si possono osservare, uno sull’altro, due modi di vivere, che furono nel bene e nel male protagonisti del XX secolo
La civiltà classica li aveva concepiti per la catarsi, luoghi dove poteva consumarsi un rito di liberazione collettiva. Oggi questa perfezione funzionale e bellezza struggente rischia di essere mortificata dal distanziamento sociale
Si torna a parlare della valorizzazione dell’esperienza espressiva del cavaliere di Maregrosso. Un atto di giustizia sociale per il lascito prezioso fatto da un uomo onesto e civile a una città “distratta”, che agisce solo per opportunità
Un groviglio squilibrato di volumi, che si affastellano arrampicandosi l’uno sull’altro per guadagnar meglio il panorama, produce un vero e proprio disturbo biologico che turba la psiche e altera la percezione
Ritenuta erroneamente una città-giardino, a Messina il riconoscimento alla qualità urbana e alla salute pubblica è compromesso con la ricostruzione post-terremoto. Un gap che ancora non si è saputo colmare
I bendaggi praticati a tanti edifici messinesi sono la metafora lampante di un problema che invece di essere risolto si sta mummificando. Ma anche l'impacchettamento può diventare un atto di ribellione civile e una questione di dignità sociale
Da Genova a Messina, lo stilema del leone che tiene in bocca un’ancora fu segno distintivo adottato da molti armatori del XX secolo. Storie incrociate all'ombra dell'architetto che sbalordì la città peloritana con la sua verve funambolica. E tante imitazioni
Uno inspiegabilmente sottoutilizzato e sempre in procinto di essere dismesso a favore di strutture private, l'altro giace da tempo immemore in un totale assoluto e sconfortante abbandono. Storia di un'architettura simbolo che legava tutti i messinesi e che aspetta un nuovo umanesimo
La sequenza di parallelepipedi sormontati da tante sfere allude a San Giovanni degli Eremiti di Palermo, dove nasce il grande abbaglio dell’architetto Patricolo. Tra segni e simboli confusi, tutto sul tempio di via Garibaldi che somiglia ad un vassoio di babà
Eretto per volontà del Conte Ruggero, nel 1117 sulla vestigia di un antica struttura bizantina distrutta dagli arabi venne affidata ai monaci di frate Gerasimo. Con questi privilegi
Un intreccio di archi che rappresenta anche quello di culture eterogenee che da sole non avrebbero prodotto mai quella magnificenza divenuta nel tempo archetipo della Sicilia
La sua raffinata bellezza è il primo esempio di architettura Arabo Siculo Normanna pervenuta integra ai giorni nostri. Ora è inaccessibile e avvolta dalla vegetazione. Le difficoltà legate anche alla vertenza tra privati e enti pubblici sull’accertamento delle responsabilità
La Chiesa dell'Abbazia di San Pietro a Itala, quella di San Pietro e Paolo d’Agrò a Casalvecchio, la “poetica” di San Maria di Mili e l’austera S.Filippo da Fragalà a Frazzanò. Uno stile architettonico autoctono che è innovazione e al tempo stesso comprensione. Archetipo della Sicilia
I capitelli sono la sintesi di una vicenda singolare e quanto mai articolata. Retroscena su progettazione e realizzazione affidata all’ingegnere membro della commissione, dopo l’annullamento di due regolari concorsi
E' l'unico palazzo municipale intitolato al progettista, nonostante fosse poco famoso e importante. A lui è stata intestata l’architettura che più di ogni altra rappresenta la città. Un modo “omeopatico”, di alcune coscienze colpevoli, di nascondere con strumentali encomi le vere versioni inconfessabili della storia
Più che un palazzo un'opera d'arte che ha avviato a Messina un processo di alto valore culturale. Tutto sui balconi a punta di diamante e le geometrie che attingono alla teoria della relatività di Einstein
La città deturpata da squilibri formali e stratificazioni inconsulte che hanno reso sempre più sgradevole anche il centro storico. Ma anche meno sicuro. In caso di terremoto, ad esempio...
Nell'Ottocento prima e con Borzì dopo, l'ambiente urbano concepito con una nuova visione suggestiva: quella del panorama. Un “patrimonio” purtroppo svilito nell'ultimo secolo da un vortice babelico
Un luogo pensato per accogliere e avvolgere è diventato dopo il terremoto un luogo metafisico senza identità nè intimità. Serve un nuovo progetto di qualità funzionale e di alto valore civico
Nei prossimi giorni molti visiteranno “i giardini consacrati al pianto”, un tempo luoghi di sconfinate produzioni artistiche, ed avranno modo di osservare queste speciali espressioni dell’architettura che ambiscono a plasticizzare il ricordo della vita. Ecco quelle più belle al Gran Camposanto di Messina
Il prospetto laterale lato sud ha subito l’incauto ampliamento dettato da una nuova esigenza “interna”. Uno sfregio per lo storico palazzo che ha portato la città nel Novecento e che ci parla ancora della Palazzata