rotate-mobile
Attualità Giardini-Naxos

Intelligenza artificiale, il fisico Magazù: "Necessari maggiori controlli"

Focus sul giornalismo scientifico nel corso della V Edizione del Festival della Cultura Scientifica intitolato Comunicare la Scienza, organizzato dal Liceo Caminiti-Trimarchi di Giardini Naxos e dall’Ateneo messinese

“La diffusione sempre più pervasiva delle tecniche digitali e l’aumento delle capacità di calcolo stanno trasformando la nostra società in modo tutt’altro che trasparente. Si pensi al Chat Generative Pre-Trained (Chat GPT), un prodotto dell’intelligenza artificiale, basato su tecniche di apprendimento automatico, che consente di parlare in un linguaggio pari a quello di un fine e onnisciente intellettuale, di comporre testi complessi, rispondere a quesiti, riassumere documenti a un livello tale da essere già vietato in alcune accademie. Tuttavia, questi strumenti possono generare informazioni fuorvianti, sia intenzionalmente, che a causa di inaccurate forme di raccolta di dati”.

A dirlo il prof Salvatore Magazù, decano di Fisica dell’Università di Messina, che insieme al giornalista Gianluca Rossellini e a Roberta Fulci e Marco Motta, conduttori di Rai Radio3 Scienza, il quotidiano scientifico della terza rete ideato dalla indimenticata Rossella Panarese, hanno animato il ‘Focus sul giornalismo scientifico’ nel corso della V Edizione del Festival della Cultura Scientifica intitolato Comunicare la Scienza, organizzato dal Liceo Caminiti-Trimarchi di Giardini Naxos e dall’Ateneo messinese.

“Bisogna – prosegue Magazù - infatti tener in conto che i dati possono essere anche significativamente distorti, non necessariamente in modo volontario, che non esistono raw data e che la semplice correlazione tra eventi non implica causalità; infine, è importante osservare come i big data non siano in grado di anticipare fenomeni mai prima osservati. Pertanto, l’aforisma la mappa non è il territorio si declina qui con i dati non rappresentano la realtà. L’uso di Chat GPT e modelli simili nell’industria dell’informazione, soprattutto quella scientifica, è dunque pericoloso perché può contribuire alla diffusione di fake news. L’inerente e sottesa preoccupazione è che viviamo sempre più in bolle-filtro cuciteci addosso da algoritmi che da un lato propinano prodotti che fanno sentire ciascuno nella propria confort-zone, spesso con messaggi veicolati o di chi la pensa nello stesso modo; ne consegue, pertanto, che viene ostacolato ogni reale dialogo fatto di confronto. Gli algoritmi rischiano di farci passare da una democrazia a una ‘datacrazia’ basata su big data, ovvero a un governo dell’algoritmo”.

Nel corso dell’evento i relatori hanno rimarcato l’importanza del giornalismo scientifico per contribuire ad allargare gli spazi del confronto democratico e per acquisire una cittadinanza scientifica. “Oggi non possiamo non essere informati su ciò che riguarda scienza e tecnologia - prosegue Magazù - perché ad esse sono legate molte delle decisioni che dobbiamo prendere e che hanno un effetto determinante sulla nostra società. Acquisire una cittadinanza scientifica significa accettare o rifiutare certi utilizzi di determinate tecnologie, ma sempre per motivi ragionati ed è dunque essenziale per potersi pronunciare come cittadini in modo consapevole e per poter interpretare la quotidianità”.

“Oltre ad adoperare metodologie di controllo e dare credito a informazioni provenienti da fonti scientifiche accreditate - spiega Magazù - bisognerebbe predisporre un nuovo codice comportamentale per i comunicatori scientifici, che auspichiamo sia adottato dall’Ordine dei giornalisti. Nell’ambito della ricerca scientifica, i lavori vengono diffusi dopo procedure di valutazione come quello della revisione paritaria, o peer-review; nel giornalismo scientifico, per evitare possibili correzioni nella comunicazione, è importante provare a rispondere preliminarmente ad alcune domande: quali problemi affronta la ricerca? Come sono stati ottenuti i dati? Lo studio è ripetibile? Qual è la dimensione del campione investigato? quali fattori possono influenzare i risultati? Dopo bisogna individuare i corretti collocutori a cui porre queste domande e, a questo riguardo, è importante parlare direttamente con gli autori; inoltre, per soddisfare il requisito di terzietà, è auspicabile individuare eventuali esperti esterni che abbiano familiarità con gli argomenti trattati; infine, è opportuno verificare eventuali conflitti d'interesse”.

“Al di là delle forti affinità tra alcune declinazioni del metodo scientifico e del metodo giornalistico, ancorché un requisito essenziale nel giornalismo sia quello della tempestività – conclude Magazù - è importante che i giornalisti scientifici attuino queste verifiche prima di pubblicare una notizia. Questi criteri non escludono comunque errori ma rendono più rigoroso l’approccio giornalistico”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Intelligenza artificiale, il fisico Magazù: "Necessari maggiori controlli"

MessinaToday è in caricamento