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Obesità e nuove frontiere, il chirurgo Navarra: “Occhio alle fake che viaggiano in tv e sui social”

Il primario del “Policlinico” protagonista della “2 giorni” contro le malattie metaboliche mette in guardia dalle spettacolarizzazioni e dalle false informazioni: “La chirurgia bariatrica dev’essere l’ultima spiaggia”

Vite al limite, chirurgia bariatrica e spose XXL. Quando la televisione tende alla spettacolarizzazione. Perdere peso è sempre stata un’ossessione per molte persone. E adesso anche la televisione, senza alcun filtro, mostra le difficoltà di una vita “extra-large”. Alcuni esempi? “Extreme Makeover: Diet Edition”, “Obesi: un anno per rinascere”, “The Biggest Loser”, “Grassi vs. Magri”, Obbiettivo Peso Forma”, “Teenagers in crisi di peso”, “Una famiglia a dieta”. Programmi, che, a giudicare dagli ascolti, piacciono al pubblico televisivo. E anche parecchio. Basti pensare ai risultati di “Vite al Limite”, programma che va in onda in seconda serata, su “Real Time”, con una media di oltre 500.000 telespettatori a puntata.

Che il filone “XXL”, spesso e volentieri con i “camici bianchi” a raccontare storie e personaggi, intrigasse e interessasse molto, lo si era già sperimentato con “Malattie Imbarazzanti XXL”, “spin-off” di “Malattie Imbarazzanti”, stessi volti noti e stesso identico programma, ma con la variante del peso dei protagonisti. I medici sono quelli che abbiamo imparato a conoscere in TV, Christian, Dawn e Pixie, che, dalle cosiddette “malattie imbarazzanti”, che non discriminavano, però, sul peso, sono passati ai disturbi e alle patologie legate ai problemi “di mole” dei pazienti.

Ancora medici per “Chirurgia XXL”, con i dottori Robert Garth Davis e Garth Davis, padre e figlio, che operano nell’ospedale di Houston, la città con il più alto indice di obesità al Mondo. Ma il confine tra informazione e spettacolarizzazione è molto sottile, come ha spiegato il professore Giuseppe Navarra, responsabile del centro di eccellenza di chirurgia bariatrica e direttore delll’UOC - Chirurgia Generale Oncologica dell’AOU - Policlinico Universitario “Gaetano Martino” di Messina: “Un buon medico – ha detto Navarra a MessinaToday – deve informare e mai spettacolarizzare. Così come un bravo giornalista. E deve dire sempre la verità. Purtroppo, spesso, però, non è così. E ci sono alcuni esempi lampanti, soprattutto nelle reti americane. Io, personalmente, sono assolutamente contrario a questo genere di televisione. E preferisco giornate come questa, per informare davvero le persone, senza spettacolarizzare o rimarcare certe cose. E non dimentichiamoci mai che l’obesità patologica è una malattia seria e che nonostante ciò tante persone sono, ancora oggi, vittime di bullismo e discriminazioni”.

La chirurgia bariatrica contro l’obesità, tra nuove frontiere e nuovi traguardi. Questo il tema al centro della “2 giorni”, presentata nella sede di Todo Modo TV, media-partner dell’evento, organizzato dalla Fondazione Sicob - Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche. Iniziativa, quest’ultima, promossa in tutta Italia, durante la “Bariatric Surgery Day”, la Giornata della Chirurgia Bariatrica, nella settimana tra il 23 e il 29 di ottobre, in numerosi centri accreditati di chirurgia bariatrica della penisola.

A presentare l’evento, introdotto dall’editore di Todo Modo, Josè Villari, il professore Giuseppe Navarra, con la designer, creatrice del logo della manifestazione, Mirella Melia. Il responsabile ha messo l’accento sull’importanza del fenomeno: “L’obiettivo non è quello di intervenire per perdere peso – ha sottolineato il professore Navarra – ma deve essere quello di non prendere peso. E questo è possibile solo attraverso uno stile di vita sano, dormendo regolarmente la notte almeno per 8 ore consecutive, mangiando bene, con orari regolari e con una giusta, sana e corretta alimentazione. E soprattutto facendo una buona e salutare attività fisica. Questi sono i consigli che mi sento di dare. E poi c’è la chirurgia bariatrica”.

Durante la conferenza, in apertura, è stato proiettato un video, realizzato da Todo Modo, sulla chirurgia barbarica, con testimonianze di obesità pre e post intervento da varie parti della Sicilia: “Il mio obiettivo è quello di sensibilizzare la popolazione all’esistenza della chirurgia bariatrica – afferma Navarra – ma anche ai vantaggi, agli utilizzi, ai rischi e alle possibili complicazioni di un intervento di questo tipo. Il peso è un problema enorme in Italia, circa il 50% della popolazione italiana è in sovrappeso e il 10% è obesa patologica. E noi ci rivolgiamo proprio a questo 10%. Perché la chirurgia bariatrica serve per guarire dalle patologie associate all’obesità. Per obesità patologica si muore, si muore per infarto, ictus e diabete. E perdendo peso attraverso la chirurgia riusciamo a fare scomparire in alcuni pazienti queste patologie associate all’obesità. Ovviamente, però, la chirurgia non deve essere vista come una scialuppa di salvataggio, ma dev’essere l’ultima spiaggia. La chirurgia bariatrica non è un lifting, non è come rifasi il seno, rifarsi il naso o rifarsi le orecchie, non è una chirurgia estetica, ma un intervento fatto per stare meglio. In Italia i nostri chirurghi sono molto bravi. Spesso, purtroppo, in Italia, ma soprattutto in Sicilia, tendiamo a piangerci addosso. E non riconosciamo mai ciò che abbiamo di positivo nel nostro Paese. In Sicilia, ogni anno, vengono fatti circa 2.500 interventi di chirurgia bariatrica. In Italia il 99% degli interventi di chirurgia bariatrica si fa con i buchi, dunque per via meno invasiva, laparoscopica e robotica. E questo è un vanto pazzesco che la chirurgia italiana può esporre ai 4 venti. In Italia la chirurgia bariatrica è sicura, ma non miracolosa. E come in tutti gli interventi c’è una piccola percentuale in cui si possono avere complicazioni. Quindi andare nel posto giusto e rivolgersi alle persone giuste serve per avere il giusto e mirato intervento, ma serve soprattutto nel caso in cui dovessero verificarsi complicanze. Chirurgia sicura, ma nei posti giusti e con le indicazioni giuste”.

Questa mattina un altro incontro, al “Padiglione F” del “Policlinico”, al 5° piano, nella sala-riunioni, con i professionisti dell’equipe multidisciplinare e i pazienti in attesa di un intervento. Si è discusso del percorso che il paziente obeso deve seguire per giungere all’intervento, anche attraverso l’ascolto di testimonianze di pazienti già operati. Alla fine dell’incontro, un momento conviviale, prima del “trasferimento” alla “Fondazione Albatros”, sul Viale Giostra, accanto all’istituto scolastico “Antonello”, per lo “shoow-cooking”. Nell’occasione, la nutrizionista Martina Buda ha spiegato l’importanza di un’alimentazione sana. E poi, assieme al cuoco e con alcuni pazienti, la preparazione di una serie di piatti. Questo momento è stato presentato e coordinato dalla professoressa Antonella Sidoti, presidente della “Fondazione Albatros”. A seguire, un rinfresco. Il menù della degustazione prevedeva crema di zucca con ceci speziati e crostini di grano antico e ragusano, un’acqua aromatizzata e frutta di stagione, dal melograno ai mandarini: “Lo “show-cooking” – sottolinea Navarra – è un modo per far capire alla gente che al di là della chirurgia c’è un modo efficace per non prendere peso, o comunque per perderlo, se lo accumuli. È possibile cucinare tanto e bene, è possibile mangiare bene, ma in maniera sana e genuina e senza accumulare calorie. Purtroppo, c’è da dire che la nostra “dieta mediterranea” odierna non è la “dieta mediterranea” originale e originaria. E se mangiassimo come si mangiava 70 anni fa, oggi non saremmo sicuramente obesi. E un ritorno al passato è necessario e fondamentale sotto questo punto di vista”.

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