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Scomparsa la miracolata di Lourdes Elisa Aloi, il ricordo commosso della figlia: “Esempio di umiltà e altruismo”

Dalla guarigione da una tubercolosi ossea all'età di 27 anni alle gravidanze impossibili. Adele Varacalli racconta la madre attraverso la sua missione di vita. L'ultimo saluto martedì 24 novembre al Duomo

Aveva le ossa troppo fragili e non poteva bagnarsi nella piscina di Lourdes perchè costretta a vivere in una sorta di scafandro di gesso, ma il suo coraggio le ha salvato la vita. Elisa Eloi è morta sabato scorso a 89 anni. A 14 la davano per spacciata ma è guarita da una tubercolosi ossea multipla fistolosa nel 1958  ed è diventata l’esempio vivente che i miracoli esistono davvero. Domani, martedì 24 novembre, le esequie alle ore 10 al Duomo di Messina.

Il calvario cominciato  da giovanissima, quando le è stata diagnosticata una malattia  incurabile. Sofferenza vissuta fino all’età di 27 anni momento in cui arrivò il viaggio a Lourdes, il terzo in ordine di tempo che le cambio la vita per sempre.

"Io  e i miei fratelli sin da piccoli siamo rimasti affascinati dalla sua storia – ricorda con commozione la figlia Adele Varacalli- all’inizio la vivevamo come una favoletta, poi quando siamo diventati grandi ci siamo resi conto del grande dono che abbiamo ricevuto”.

Sì, perchè dopo il "regalo" ricevuto da Dio Elisa ha dedicato la sua vita al prossimo e il telefono della sua abitazione non ha mai smesso di squillare: "Lei è stata  esempio di umiltà e di altruismo fino alla fine-prosegue Adele- ha speso tutta la vita per gli altri, della sua malattia non parlava  mai come di un momento di sofferenza ma come di un percorso che ha dovuto fare perchè era stata  prescelta dal Signore. Aiutare gli altri era la sua missione, una vocazione naturale che non aveva obbligo". 

Una giovinezza passata tra dolore e solitudine che non ha mai spezzato la sua voglia di vivere: “Mia madre  dopo la morte dei genitori  ha vissuto con i nonni  e ha passato la sua vita ricoverata tra Messina a Palermo ,quando ha conosciuto gli Amici della Sofferenza  è arrivato il cambiamento”. La vincita del primo viaggio a Lourdes per un concorso letterario intorno al ’55 , seguito da quello del ’57 : “Il terzo viaggio l’ha fatto nel '58- continua la figlia- il professore Di Cesare l’aveva pregata di non partire aveva la febbre , era peggiorata e  avrebbe poturo non farcela. E invece mia madre è partita non poteva immergersi nella piscina e le hanno passato dei panni imbevuti”. Subito dopo l'evento eccezionale: “Ha cominciato a sentire qualcosa, le gambe si muovevano dentro il gesso - prosegue Adele- era convinta che stesse morendo e invece quando ha chiesto aiuto al dottor Zappia lui vide le quattro fistole chiuse, le garze e tubi di drenaggio puliti accanto alle gambe". Elisa era guarita tra lo stupore del medico e lo sconcerto tornarono a Messina dove Di Cesare  rimase senza parole: Elisa camminava, sulle gambe solo i segni delle ferite  e anche il suo femore esportato tempo prima era cresciuto miracolosamente. Dopo i controlli del caso il miracolo è stato riconosciuto il 26 maggio 1965 da Francesco Fasola, all'epoca arcivescovo della città .

Ma questo non fu il solo miracolo a ricevere Elisa: “Dopo quell'avvenimeto mia madre ha avuto una seconda vita  - continua- lei è stata doppiamente miracolata. Quando ha sposato  mio padre nel 1965 le avevano detto che non avrebbe potuto avere figli , perché  gli organi riproduttivi erano statai intaccati dalla malattia e invece siamo arrivati noi, io e i miei tre fratelli”.

Elisa non ha mai smesso di scendere in prima linea per aiutare chi era in difficoltà: " Non guidava e spesso a me e ai miei fratelli ci portava in autobus , andavamo a trovare  le persone sofferenti ". Una delle fondatrici Unitalsi di Messina , ha lavorato in parrocchia come catechista e ministro straordinario dell'Eucarestia e ha anche avuto un passato da dj: “Ha lavorato per Radio Messina Quartiere e per Radio  Shopping. Conduceva una trasmissione a sfondo religioso si commentava  il vangelo e lei sceglieva i pezzi da mandare  e una passione che ha sempre coltivato con piacere". 

“E’ stata una super mamma sempre presente nonostante il suo impegno con gli altri  e i suoi pellegrinaggi continui cui partecipava anche mio padre-  conclude  la figlia-una donna d’altri tempi che mi ha lasciato un grande insegnamento quello di rispettare gli altri con umiltà e senza superbia, dal più grande al più piccolo dando a tutti la stessa possibilità.  Anche dalla sofferenza si può trarre qualcosa di positivo".

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