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I pensionati messinesi vogliono il ripristino della perequazione, scatta la protesta

Supportati dal sindacato Unsic, nasce un documento per avviare iniziative che rimettano la questione al centro dell'Agenda di governo. “Al Sud con i soldi degli anziani vivono tre famiglie”

“La propaganda che aveva dato consensi alle forze di governo era basata sull’abolizione dei vitalizi ai parlamentari e la lotta alle cosiddette “pensioni d’oro”, in realtà l’obiettivo vero è sempre stato mettere le mani nelle tasche di quei 5 milioni e mezzo di pensionati, che vanno dai 1200 netti in busta in su”.

Un documento duro quello dell'associazione pensionati di Messina che si è resa protagonista di una importante iniziativa con il supporto del sindacato Unsic per chiedere il ripristino della perequazione con congelata dal governo ricordando l'articolo 38 della Costituzione: “I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale”.

Un nutrito gruppo di pensionati si sono riuniti in assemblea nella sede Unsic di via Santa Marta ed hanno approvato un documento dopo un lungo e appassionato dibattito che ha fatto seguito alla relazione di Giovanni Frazzica: “Intendiamo rappresentare ai vertici nazionali della nostra Associazione, ma anche alla stampa, al governo ed allo stesso presidente della Repubblica, la nostra inquietudine e la nostra preoccupazione - si legge nella nota - La situazione che stiamo vivendo in Italia sta generando motivi di generale incertezza che, producono delle fortissime perplessità amplificate per il futuro della categoria dei pensionati che hanno letto come un segnale estremamente negativo il fatto che il Governo in carica, che si era presentato come il Governo del Cambiamento, ha deciso di sterilizzare la “perequazione” (l’unica forma di intervento che ci consente di contenere l’aumento del costo della vita) ed ha dato attuazione a tale provvedimento, con modalità alquanto discutibile, quattro giorni dopo che si era conclusa la campagna elettorale per le elezioni europee”.

I pensionati ricordano la promessa del governo di non togliere neanche un centesimo a tutte le pensioni inferiori ai 5000 euro. Per le pensioni “normali” invece doveva rimanere in piedi il meccanismo di adeguamento noto come perequazione”.

“Considerato che sull’orizzonte del Paese si addensano nubi nerissime, come il preventivato aumento dell’Iva, o qualche probabile patrimoniale, considerato anche che il modo con cui il governo ha provveduto ad intervenire sulla sterilizzazione della perequazione, con modalità discutibili sul piano dell’etica e forse anche della legalità costituzionale - concludono i pensionati - Chiediamo alla nostra Associazione Nazionale di farsi promotrice presso la presidenza della Repubblica ed i ministeri competenti di iniziative valide per rimettere in discussione ed in agenda l’argomento; chiediamo alla stampa di sostenere le iniziative di lotta che hanno inizio con questa Assemblea, perché, soprattutto al Sud, su una pensione talvolta vivono due o tre famiglie; chiediamo a tutte le sezioni Unsic che riceveranno questo documento di organizzare assemblee o analoghe iniziative atte a manifestare uno stato di agitazione”.

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