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Lunedì, 29 Aprile 2024

Battuta sessista, il post di Germanà accende la polemica: post rimosso, ma il danno è fatto

Il senatore della Lega prende di mira la collega del M5Stelle colpevole di chiedere gli atti del progetto Ponte all'amministratore della Stretto. "Da rappresentante delle istituzioni, dovrebbe anche nel suo modo di esprimersi dare l’esempio. Se non capiamo che anche le parole possono essere una forma di violenza non riusciremo mai a cambiare le cose”

Un fermo immagine della senatrice Barbara Floridia e una squallida battuta sessista: “Ce lo fate vedere? Tiratelo fuori”. Il post del senatore pontista Nino Germanà, indirizzato alla collega del M5stelle, Barbara Floridia, non è di quelli destinato a passare sotto silenzio. Il riferimento è alla richiesta reiterata all’amministratore delegato della Stretto Pietro Ciucci di consegnare il progetto Ponte. Cosa che non accade semplicemente perché non esiste ancora un progetto definitivo. Ma non se ne fanno una ragione Wwf, il parlamentare di AVS Angelo Bonelli e la senatrice del M5Stelle. 

Così, oggi, il segretario in commissione Trasporti a Palazzo Madama, si è premurato di rispondere all’uno e all’altra tirando fuori il pericoloso campionario di brutture del partito di Salvini. Bonelli è stato invitato a mobilitarsi “per la famiglia del suo pupillo Soumahoro” mentre loro  pensano “allo sviluppo del Sud e a connettere l'Italia con l'Europa". 

Diverso, e certo più goliardico, come accade a tutti i veri fascisti quando parlano delle donne o con le donne, il tono usato per Barbara Floridia. Che c’è rimasta male: “In un periodo in cui il rispetto della donna (ma, in generale, il rispetto per tutti) sembra essere davvero l’unica strada verso una società migliore -  risponde dalla sua pagina social la senatrice - un senatore della Repubblica utilizza un fermo immagine per una squallida battuta sessista.  La cosa più triste è che sono sicura che se la stessa frase l’avesse utilizzata un mio collega maschio nessuno si sarebbe mai sognato di rileggerla in questo modo. Nemmeno il senatore Germanà che, da rappresentante delle istituzioni, dovrebbe anche nel suo modo di esprimersi dare l’esempio. Se non capiamo che anche le parole possono essere una forma di violenza non riusciremo mai a cambiare le cose”.

Ora, ammetto di avere un pregiudizio verso la Lega. Quando li senti parlare sembrano fatti con lo stampo, ripetono anche gli stessi slogan. Per lo più infarciti di cultura maschilista. E se li scambiano come quando da bambini ci scambiavamo le figurine Panini. Ce l’ho, ce l’ho, mi manca. Certo, vista la gravità della battuta forse difficilmente potrà essere utilizzata stavolta dagli altri compagni di partito. Lo stesso Germanà si deve essere reso conto di averla fatta grossa, ha rimosso il post e, in serata, ha chiesto scusa dando la colpa "a un collaboratore che non aveva l'autorizzazione a pubblicare". Ma da una compagine che fonda e alimenta la propria esistenza su presupposti violenti e razzisti, tutto ci possiamo aspettare.

“Nino Germanà ha veramente toccato il fondo - ha commentato Palmira Mancuso di Più Europa - con il suo linguaggio sessista e volgare, doppisensi che non capiamo cosa dovrebbero suscitare nei suoi lettori. Le donne del partito in cui “milita” il senatore davvero ridono di post del genere? A me non fa ridere affatto che un rappresentante del Parlamento, che in queste settimane vede la maggioranza sperticarsi a difesa delle donne, si esprima con questa modalità. Ma non si vergogna? Può anche fare pulizia sul profilo, ma sarebbe bene farla prima sui pensieri”.

Ci piacerebbe effettivamente conoscere anche il pensiero delle elettrici della Lega e della destra in genere su certo maschilismo da osteria, che ricorda molto da vicino cose già viste, di cui proprio in queste settimane si fa un gran parlare. In particolare, gradiremmo qualche segno di vita da certi politici messinesi, quelli che prendono le distanze quando si parla di cosche e coste da unire e quelli di cui discrezione e silenzio rischiano di divenire proverbiali. Chissà se anche loro, come noi comuni mortali, restano avviliti dallo spettacolo di questi estremisti a quindici mila euro al mese, esclusi gli extra.

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