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VIDEO | Assunzioni Rfi, Notarianni: "Grave il danno previdenziale, pensioni inadeguate"

L'avvocato che dal 1995 ha seguito l'iter legale dei marittimi spiega la clausola sottoscritta con il contratto di assunzione a tempo indeterminato e la conseguente rinuncia che ne è scaturita per i neo assunti. "L'azienda avrebbe dovuto investire sulla continuità territoriale, si pensi adesso alla sicurezza dei dipendenti e di chi viaggia"

Una battaglia cominciata nel 1995 e condotta non soltanto dal punto di vista sindacale ma anche legale. L'assunzione dei 40 precari storici di Rfi arriva al termine anche di un percorso compiuto a suon di ricorsi e sentenze che nel corso degli anni ha portato avanti l'avvocato Aura Notarianni insieme al suo studio legale. Le controversie cominciano nel 2005.

"L'armatore attraverso i contratti a tempo determinato della durata di 78 giorni non ha mai consentito al marittimo di superare il termine di un anno di ininterrotto imbarco che avrebbe potuto consentire al lavoratore il maturare del diritto di assunzione a tempo indeterminato", spiega Notarianni che ha portato in Cassazione e davanti alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea i casi. 

"Questa serie di singoli contratti costituiscono un'abuso e una frode alla legge perciò dovevano essere dichiarati nulli", ha spiegato l'avvocato sulle sentenze ottenute. L'assunzione tramite contratti a termine è diventato comunque un sistema di reclutamento ventennale. "Rfi ha perseverato fino a qualche mese fa - prosegue Notarianni - In tutto questo tempo c'è stata alternanza fra lavoro e benefici di sostegno a reddito nonostante la maggiore società potesse garantire la copertura dell'organico ricevendo peraltro contributi dello Stato per la continuità territoriale". 

La "clausola odiosa" e il danno previdenziale 

Con l'assunzione tramite concorso gli Ufficiali hanno dovuto comunque rinunciare a tutte le cause presentate nei confronti dell'azienda. "Una clausola odiosa - commenta Notarianni - Era importante, invece, ottenere il risarcimento del danno per tutti coloro che sono abusati, cioè i lavoratori che hanno stipulato per lungo tempo contratti a tempo determinato non essendoci alcuna ragione oggettiva". 

Nel 2010 il legislatore ha previsto la possibilità in questi casi di ottenere un risarcimento per i contributi previdenziali perduti. "I lavoratori assunti con concorso e non con regolare procedura di stabilizzazione hanno perso la possibilità di ottenere questo indennizzo", prosegue Notarianni. "L'indennizzo viene determinato sia sul numero di anni in abuso che sulla dimensione dell'azienda - spiega ancora - Le pensioni che questi marittimi percepiranno saranno minime, soprattutto se rapportate agli stipendi, e quindi non adeguate". 

La Costituzione garantisce, invece, il diritto alla pensione equa, corrispondente alla durata della prestazione lavorativa e alla retribuzione percepita. "Posso immaginare che su questo versante del danno previdenziale per i marittimi e per i precari si apra uno scenario intrigante e dal punto di vista del lavoratore di necessaria tutela", ha sottolineato ancora Notarianni. Il prossimo step dell'azienda dovrebbe essere l'assunzione di macchinisti, marinai ed elettricisti. 

"Mi auguro che l'azienda copra tutto l'organico - conclude Notarianni - Il lavoro marittimo ha la necessità di garantire la sicurezza della navigazione. Sulle spalle di equipaggio e comandante si affidano sia le persone che vengono trasportate che il carico. Il lavoro deve essere garantito da un organico effettivo, professionalizzato e abituato alla nave, non da persone a rotazione. L'auspicio è che Rfi copra i suoi organici e cominci una attività di impresa nuova, valorizzando le risorse umane che in questi anni ha trascurato". 

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