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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Barcellona Pozzo di Gotto

Operatori sanitari con stipendi da fame, il sindacato: "Condizione contrattuale inaccettabile"

La denuncia della Fp Cgil a seguito dell’assemblea con gli operatori sanitari della Ssr tenutasi a Barcellona: "Pronti a mettere in campo le necessarie azioni di protesta"

"Per un professionista sanitario che opera all’interno della società di riabilitazione SSR, lo stipendo non riesce a superare i 1.100 euro. Un dato a dir poco incredibile, che risulta essere ancor più incredibile se si considera che questi lavoratori sono gli stessi  che negli anni della pandemia covid sono stati in “trincea”».

Questo il commento del segretario generale della Fp Cgil Francesco Fucile e del segretario provinciale con delega alla Sanità, Antono Trino, a seguito dell’assemblea con gli operatori sanitari della SSR tenutasi a Barcellona, nel corso della quale è stata discussa la proposta avanzata da parte datoriale lo scorso 29 settembre al fine di prevedere degli aumenti stipendiali per i dipendenti.

«L’azienda ha avanzato una proposta che, così come discusso nel merito nel corso della riunione – affermano i dirigenti sindacali – non prevede assolutamente alcun tipo di aumento: questo perché le somme che il datore di lavoro vorrebbe elargire, altro non sarebbero che le stesse somme che, a rinnovo avvenuto, i lavoratori prenderebbero uguralmente a titolo di arretrati contrattuali ed eventuali una tantum».

Per la FP CGIL appare quindi evidente come l’unica volontà della Società sia quella di non adeguare realmente le retribuzioni di questi operatori, ma semplicemente di “risparmiare” quanto più possibile. «Ciò è emerso in modo ancora più chiaro nel momento in cui – sottolineano Fucile e Trino – è stato letto il verbale del 2014 di cui si era fatta espressa richiesta, in cui è stato possibile apprendere di un generico impegno, da parte della società, a valutare l’applicazione contrattuale più conveniente; conveniente, però, per parte aziendale e non certo per i lavoratori».

Inevitabile e prevedibile il grande malcontento dei dipendenti che rispetto ad altri colleghi di aziende private, percepiscono uno stipendio letteralmente da fame, e che certamente non sono più disponibili ad accettare le “giustificazioni” avanzate dalla società rispetto al mancato rispetto di accordi da parte del Governo nazionale/regionale, per l’aumento delle rette o per il riconoscimento economico per l’autmento dei costi di gestione. «Alla luce di ciò – concludono i dirigenti sindacali – siamo pronti, se necessario, a mettere in atto le necessarie azionid di protest".

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