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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Ponte, per Wwf l'Italia rischia due procedure infrazione: paghiamo già 80 milioni di multe l'anno per il mancato rispetto delle leggi Ue

Secondo gli ambientalisti una riguarderebbe la direttiva appalti, per aver assegnato senza gara un’opera il cui costo eccede di più del 50% del valore del contratto iniziale. L’altra per violazione della direttiva habitat e uccelli. La replica di Ciucci

Con il Ponte sullo Stretto di Messina "l'Italia rischia due procedure d’infrazione comunitarie: una per violazione della direttiva appalti, per aver assegnato senza gara un’opera il cui costo eccede di più del 50% del valore del contratto iniziale; l’altra per violazione della direttiva habitat e uccelli, per l’incidenza negativa che il progetto avrebbe su una delle aree più importanti per la sosta e il transito degli uccelli migratori".

A ricordarlo è il Wwf a pochi giorni dalla manifestazione nazionale 'Lo Stretto non si tocca' che si svolgerà a Messina sabato 2 dicembre (15.30 piazza Cairoli) indetta da associazioni e comitati locali e alla quale hanno già aderito più di 60 tra associazioni, comitati, sindacati, soggetti collettivi nazionali e locali tra cui lo stesso Wwf.

Le procedure d'infrazione sono lo strumento con cui la Commissione europea richiama i Paesi membri al rispetto delle norme Ue. Il procedimento è lungo, e solo dopo diversi anni, qualora lo Stato in questione non si sia adeguato alle richieste di Bruxelles, scattano le sanzioni pecuniarie. Per fare un esempio, sulle discariche abusive la procedura è iniziata nel 2003, mentre la sentenza di condanna è arrivata a fine 2014. Come documenta una recente inchiesta di Today paghiamo oltre 80 milioni di euro di multe ogni anno perché il governo non rispetta le leggi Ue. Nell'arco di un decennio abbiamo versato quasi 830 milioni di euro a Bruxelles: dalle discariche abusive ai depuratori, passando per gli aiuti illegali alle imprese venete e sarde. E il conto è destinato ad aumentare.

Un pericolo, secondo gli ambientalisti arriva anche sulla questione Ponte. Wwf ricorda infatti che il costo originario del ponte è di 3,9 miliardi di euro del 2003, assegnato con un maxi ribasso al GC Eurolink, capeggiato da Webuild. Sulla base degli indici di costo Istat, il valore dell’opera sarebbe oggi di 6,065 miliardi di euro e il limite massimo entro cui il costo può crescere senza gara è al massimo di poco più di 9 miliardi.

"Il Codice appalti e la direttiva Ue - sottolinea - stabiliscono che si possa procedere senza gara quando il prezzo dell’opera non ecceda il 50% rispetto del contratto iniziale. I 14,6 miliardi di euro (quasi un punto di pil) indicati dal governo nel Def e gli 11,6 miliardi di euro indicati nella manovra 2024 sono ben al di sopra di questo limite e quindi l’affidamento senza gara a Eurolink è contestabile".

D’altra parte, continua il Wwf, "resta un mistero come si possa giustificare il costo dell’opera, considerato che non si conosce ad oggi il Piano economico finanziario del ponte che ne dimostri la sostenibilità e la redditività. Già nel 2013 a fronte di quanto stabilito dal decreto legge n. 179/2012 il General Contactor si rifiutò di produrre l’analisi che attestasse la sostenibilità dell’investimento richiesta dal governo che era in carica. Nel 2021 il gruppo di lavoro, costituito presso l’allora ministero delle Infrastrutture, escluse il project financing perché la brevità del percorso di attraversamento e delle opere connesse non prevedeva un numero di pedaggi che consentisse di ripagare l’opera. Dalle stesse carte prodotte dal progettista nel 2011 si deduce che, a fronte di una capacità annua di 105 milioni di auto (nelle due direzioni) il traffico previsto su gomma sarebbe di 11,6 milioni di auto, un grado di saturazione dell’11% estremamente modesto perché possa giustificare l’opera".

Infine, sottolinea il Wwf, nel 2005 la Commissione europea aveva avviato una procedura d’infrazione per il rischio di deterioramento degli habitat comunitari e di perturbazioni dannose per gli uccelli conseguenti alla realizzazione del progetto e per non aver correttamente eseguito la valutazione di incidenza sulle due Zone di protezione speciale che comprendono lo Stretto di Messina.

"Lo Stretto - evidenzia - è un’area cruciale per la migrazione afro-euroasiatica in cui transitano centinaia di specie diverse di uccelli (ad oggi censite oltre 300), con passaggi stagionali nell’ordine delle decine di migliaia di individui di rapaci (38 specie diverse) e nell’ordine dei milioni di individui per molte altre specie, sia durante il giorno che la notte. Considerato uno dei punti di concentrazione (bottle-neck) della migrazione dei rapaci diurni e delle cicogne più importanti del Paleartico occidentale, proprio per la sua tutela sono state designate le Zps. La creazione di una barriera trasversale, qual è il ponte, la distruzione di aree di sosta e alimentazione contrasterebbe nettamente con la responsabilità di conservazione degli uccelli migratori che l’Ue chiede di adottare agli stati membri".

La replica di Ciucci

"L'Italia non rischia alcuna procedura di infrazione europea per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina". E' la rassicurazione che giunge dall'amministratore delegato della Società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, contattato dall'Adnkronos, in merito alle affermazioni del Wwf secondo le quali l'Italia rischia due procedure d'infrazione una per violazione della direttiva appalti e l'altra per violazione della direttiva habitat e uccelli. “Il rispetto dell’articolo 72 della direttiva Ue appalti riguardante il limite del 50% della crescita del costo – spiega Ciucci – è espressamente richiamato dal decreto-legge 35 ‘Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria’ che ha riattivato il progetto. Come risulterà nell’aggiornamento del Piano Economico Finanziario, in corso, le disposizioni saranno rispettate”. Per l’ipotesi di violazione della direttiva habitat e uccelli, Ciucci spiega che: “Stiamo aggiornando - riferisce Ciucci - lo Studio di Incidenza Ambientale al fine di adempiere al quadro normativo comunitario e nazionale”.

articolo aggiornato alle 17.50 del 29 novembre 2023 // aggiunta replica di Ciucci

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