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Cronaca

Non manca solo il Ponte, le reazioni sul Recovery da Fi all'Anci: “Per la Sicilia si poteva fare di più”

Per la Prestigiacomo “manca il segno chiaro di una svolta capace di trasmettere agli italiani e all'Europa un netto segnale di cambiamento”. Più duro l'eurodeputato Milazzo: “Avete tradito il presente”. Orlando chiede un incontro col governo

Che il Ponte sullo Stretto non ci sarebbe stato era ormai un fatto assodato anche se non è l’unica infrastruttura che manca dal Recovery e che secondo analisti e politici avrebbe aiutato la Sicilia a superare il gap.

Che si poteva fare di più per il Sud è anche il punto di vista della deputata di Forza Italia, Stefania Prestigiacomo.

"Il superamento dello stallo con l'Europa è merito del Presidente Draghi e ciò rappresenta un ulteriore segnale che rafforza la validità della scelta di Forza Italia nel sostenere questo esecutivo, in uno dei momenti più delicati della storia del Paese -  ha detto intervenendo nell'Aula di Montecitorio dopo le comunicazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi sul Recovery Plan - Questo Pnrr contiene rilevanti passi in avanti rispetto al precedente Piano”. Tuttavia, "alcuni punti sono migliorabili. E' vero che adesso il Sud conquista più spazio, anche grazie all'impegno del ministro Carfagna, ma per colmare il gap storico fra le aree del Paese sarebbe servito anche un salto di qualità in termini di progettualità infrastrutturale per il Mezzogiorno". "Il Sud - ha sottolineato Prestigiacomo - non ha bisogno di vecchie infrastrutture o di soluzioni di ripiego. Da questo punto di vista, in questo Piano manca il segno chiaro di una svolta capace di trasmettere agli italiani e all'Europa un netto segnale di cambiamento. Un segnale di coraggio: il ponte sullo stretto di Messina".

Ancora più deluso l'eurodeputato del PPE, Giuseppe Milazzo: “Apprendo dalla stampa che dei tanti annunciati fondi del Recovery per la Sicilia è previsto ben poco. Si parla di risorse per velocizzare i treni, non dell'alta velocità, vero snodo per allineare il Mezzogiorno al resto del Paese. Non ci sarà nessun porto hub per le merci provenienti dai paesi extra europei. Eppure siamo al centro del mediterraneo. Non ci sarà ovviamente il Ponte sullo Stretto. È vero, sono previste risorse per l’innovazione tecnologica nella PA e nella sanità. Unico appunto: in Sicilia non abbiamo una sanità che si possa chiamare tale e, per quanto riguarda la PA, specie sul fronte tecnologico siamo davvero indietro. Con i miliardi del Recovery ci daranno la velocizzazione dei treni che al Nord esiste dagli anni ‘80. Per fare un esempio: Milano/Torino in 1 h; Messina/Palermo in oltre 3,40h. A questo punto – conclude l’esponente del PPE – i parlamentari eletti in Sicilia e Calabria, con quale coraggio o per meglio dire, con quale faccia voteranno a favore di questo Piano? La dignità la mettiamo sotto i tacchi? Vedremo. Il voto sarà palese. Ognuno di loro dovrà dimostrare se essere servo di partito o al servizio degli elettori. Ognuno di loro dovrà dimostrare se alla coerenza preferiscono la poltrona di deputato o senatore e quindi lo stipendio da parlamentare ed i bonus conseguenti. Avete tradito il presente, non rubate il futuro del Sud”.

Intanto  Anci Sicilia, ha chiesto al Governo nazionale, nelle persone della ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, e della ministra per gli Affari regionali e per le autonomie locali, Maria Stella Gelmini, un incontro per conoscere l'esatto ammontare delle risorse previste e destinate al Mezzogiorno nel Recovery Plan e per valutare  la ricaduta sui territori  di tale fondamentale intervento finanziario.

Dall'Anci arriva anche "la richiesta di un rinvio del termine di approvazione del Rendiconto 2020 e del Bilancio di previsione 2021/2023, a oggi fissato per il prossimo 30 aprile, proroga motivata dalla necessità di conoscere le provvidenze per i Comuni, annunciate dal Governo nazionale, e di porre in essere urgenti interventi in tema di allentamento dei vincoli finanziari per i Comuni. E' necessario, infatti, un intervento normativo, che alleggerisca i vincoli nell'applicazione delle regole legate al Fondo crediti di dubbia esigibilità (Fcde), al Fondo di garanzia per i debiti commerciali (Fgdc), al nuovo Canone unico patrimoniale".

In merito alla revisione delle norme in materia di personale e di irrobustimento della capacità della pubblica amministrazione, è necessario "mettere gli Enti locali e le imprese del Sud - sottolinea Leoluca Orlando - nelle condizioni di operare ad armi pari con gli omologhi del centro Nord avendo a disposizione le professionalità necessarie a porre in essere tutte le azioni finalizzate a spendere le risorse. Chiediamo, infine, al Governo regionale un incontro urgente per definire le partite aperte in tema di   trasferimenti del  Fondo perequativo e del Fondo investimenti degli Enti locali per l'annualità 2020, i cui fondi, assegnati e non ancora accreditati ai Comuni, creano una gravissima crisi di liquidità nelle casse dei Comuni siciliani - conclude il presidente dell'AnciSicilia - con effetti drammatici sugli operatori economici dei nostri territori e per affrontare  il tema della crisi del sistema integrato dei rifiuti e della gestione sanitaria della pandemia".

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