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Cronaca

Università nella bufera, dipartimenti al lavoro per uscire dagli archivi i pagamenti dei progetti dell'ex rettore

La ricerca di documenti sollecitata dal direttore amministrativo evidentemente destinata a fare chiarezza dopo la denuncia in procura e alla corte dei conti sui rimborsi milionari

Uscire dagli archivi tutti i pagamenti effettuati dal 2018 al 2023 sui progetti il cui responsabile scientifico è il professore Cuzzocrea.  E’ questa la richiesta avanzata dal direttore generale dell’Università di Messina Francesco Bonanno al segretario amministrativo e al direttore del dipartimento Chibiofarm dopo le vicende che hanno portato alle dimissioni del rettore Salvatore Cuzzocrea.

La richiesta è stata comunicata dal segretario amministrativo Zagami ai docenti per metterli al corrente della mole di lavoro che si prepara ad affrontare nei prossimi giorni e che comporterà una “situazione di stasi” per le altre attività amministrative che dovranno necessariamente “essere accantonati per mancanza di personale”.

Il direttore Bonanno ha indetto per questa mattina una riunione al fine di sensibilizzare altro personale amministrativo a dare una mano per ridurre i tempi “di questo immane lavoro”.

Le verifiche sui pagamenti

Una ricerca di documenti evidentemente destinata a fare chiarezza, dopo la denuncia sui rimborsi milionari presentata in Procura e alla Corte dei Conti dal componente del Senato accademico, Paolo Todaro, che ha travolto una università che si prepara ora a tornare alle urne in un clima acceso, dove si apre un capitolo al giorno.

L’ultimo è quello sulle ricerche scientifiche del Magnifico. Una nuova pista sulla quale ha "indirizzato" lo stesso Cuzzocrea che ha giustificato l’entità dei rimborsi contestati legandoli all’entità delle ricerche effettuate: 261 pubblicazioni in cinque anni ha dichiarato a MessinaToday.

Una linea difensiva che però aveva già fatto storcere il naso a diversi esponenti del mondo accademico. Che si sono chiesti come è possibile conciliare l’attività di rettore con quella di ricercatore dalla prolificità strabordante e ritmi che hanno posto Cuzzocrea, professore ordinario di farmacologia, ai vertici della classifica sui migliori ricercatori della Stanford University. 

Un riconoscimento rivendicato in più occasioni sulla quale pesa ora il sospetto della frode scientifica. Stando almeno a quanto segnala il quotidiano “il Manifesto” che da mesi segue anche la coraggiosa battaglia degli studenti-giornalisti che hanno portato alle recenti dimissioni del rettore dell’università californiana Marc Tessier-Lavigne dopo l’accusa di aver firmato ricerche truccate.

Le ricerche scientifiche e le immagini sospette

Secondo il Manifesto moltissime ricerche firmate dal rettore Cuzzocrea conterrebbero immagini “riciclate”. "Il caso - scrivono - è simile a quello scoperto da il manifesto riguardo il ministro della salute (e anche lui ex-rettore) Orazio Schillaci. Si tratta di fotografie identiche realizzate al microscopio e usate più volte per illustrare esperimenti diversi. La sostituzione di un’immagine può accadere per errore. Ma quando si verifica troppe volte il dubbio della comunità scientifica è che si tratti di frodi”.

Le segnalazioni sulle immagini sospette sono pubblicate sul sito pubpeer.com, una sorta di Wikileaks per scienziati in cui si documentano le ricerche con evidenti problemi di plagio o di manipolazione di dati. 

“Riguardano ben 117 pubblicazioni scientifiche firmate da Cuzzocrea – scrive il quotidiano - e contenenti immagini troppo simili tra loro per riferirsi agli esperimenti illustrati. In diversi casi si tratta di ricerche selezionate tra i «progetti di rilevante interesse nazionale» e finanziate con fondi pubblici per il loro presunto elevato valore scientifico”.

Tutte accuse dalla quale Cuzzocrea ha già messo in guardia parlando di "macchina del fango", un complotto insomma che lo ha spinto per il bene della comunità accademica a rassegnare le proprie dimissioni che hanno comportato in automatico anche l'abbandono della Crui.

La lettera di Spanò alla comunità accademica

L'appello che arriva dal mondo universitario è ora di guardare al futuro, in vista delle elezioni che vedono schierati come candidati alla successione, Giovanna Spatari e Michele Limosani. E c'è già  anche chi prende posizione. Come Nancy Spanò, del Dipartimento di Scienze Chimiche, Biologiche, Farmaceutiche e Ambientali nonché delegato alle iniziative scientifiche a tutela dell'ambiente e del patrimonio marino che parla di "chiacchiericcio" in merito lo scandalo che ha travolto l'ateneo.

"Con le elezioni del nuovo Rettore ormai alle porte - ha scritto stamani la Spanò - l’intera comunità accademica messinese, e non solo, invece di interrogarsi su quanto in questi anni, alcuni dei quali pure drammatici, è stato fatto per l’Ateneo in termini di crescita culturale, scientifica e di potenziamento delle risorse umane ed infrastrutturali, da mesi è costretta a confrontarsi con azioni quantomeno sorprendenti (indizione di elezioni fuori dalle previsioni legislative da parte di un decano che tale non è) e con iniziative mediatiche difficili da decifrare. E così, al corretto e leale confronto fra diverse visioni sulle sorti del nostro Ateneo, si è sostituito un insopportabile chiacchiericcio su eventuali responsabilità personali. Chi scrive - è l'appello  - auspica che, dopo le dimissioni del Magnifico Rettore, nessun componente della comunità accademica messinese si lasci condizionare da siffatte operazioni e che, con libertà, serenità e discernimento, sappia valutare quanto sta accadendo e sappia scegliere cosa e chi possa veramente contribuire alla crescita del nostro Ateneo, senza astio, rancori e sete di vendetta verso chicchessia. E ciò soprattutto per i nostri studenti e per le loro famiglie, che al nostro Ateneo guardano da anni con crescente fiducia, ma anche per l’intera città di Messina, la Sicilia, la Calabria che devono poter guardare a questa Università come un solido punto di riferimento culturale e non come un luogo dove si consumano scontri inconsulti".

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