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Sabato, 27 Aprile 2024

VIDEO | La truffa dei bonus edilizi, il medico che proponeva ai pazienti contributi statali per lavori mai avviati

Il retroscena dell'operazione della guardia di finanza che ha portato all'arresto di sei messinesi. Sequestrati 37 milioni di euro sotto forma di crediti frutto dell'attività criminale

Una vera e propria associazione per delinquere finalizzata a truffare lo Stato e ottenere illecitamente bonus per la ristrutturazione edilizia. A capo c'erano sei messinesi, arrestati stamane dalla guardia di finanza dopo un'attenta indagine coordinata dalla Procura della Repubblica. Figura centrale era quella di un medico, Antonino Barbera di Rometta, sfruttando il rapporto di fiducia con i pazienti e proponeva loro di accedere a contributi statali. Le agevolazioni fiscali, riconducibili al Superbonus 110%, finivano ad una società, avente ad oggetto la locazione di beni immobili, poi risultata priva di personale e strutture idonee all’esercizio dell’attività. Un raggiro che fruttato ben 37 milioni di euro, adesso sotto sequestro. A dare il via agli accertamenti delle Fiamme Gialle un cittadino che ha denunciato dopo essere stato informato da un funzionario dell’Agenzia delle Entrate dell’inserimento, nel proprio cassetto fiscale, di crediti d’imposta per un controvalore di ben 1,3 milioni di euro, riconducibili a lavori di ristrutturazione edilizia, in realtà mai eseguiti.

Il medico che proponeva ai pazienti contributi statali

Le indagini hanno poi consentito di ricostruire ulteriori ingenti crediti, inseriti nei sistemi informatici da un unico soggetto e ceduti da soggetti privati, sempre alle medesime società messinesi riconducibili a persone facenti parte di un solo nucleo familiare. L’attività criminale ruotava intorno ad un medico di medicina generale di Messina che, sfruttando il rapporto di fiducia che intercorreva con i suoi pazienti, prospettava loro la possibilità di ottenere i contributi statali “Ecobonus” e “Superbonus”, per ristrutturare immobili di loro proprietà.

I nomi degli arrestati

A tal fine invitava i pazienti a rilasciargli le credenziali “SPID” - il Sistema Pubblico di Identità Digitale con cui usufruire dei servizi online della Pubblica Amministrazione - così da potere accedere, da remoto, al loro cassetto fiscale, a consegnargli i documenti d’identità, a consentirgli la facoltà di accesso alle caselle di posta elettronica, a conferirgli mandato per la gestione dello smobilizzo dei crediti di imposta conto terzi.

In altri termini, a fronte di lavori mai avviati, il medico, grazie al fondamentale apporto tecnico di un commercialista, operando da remoto nei cassetti fiscali degli ignari pazienti cedenti, riusciva a svolgere la procedura istruttoria dell’Agenzia delle Entrate, mediante l’apposizione dell’obbligatorio “visto di conformità” per far confluire la cessione del credito d'imposta nella piattaforma web “cessione crediti".

I fittizi crediti così creati venivano poi ceduti ad altri soggetti, tra cui quattro società riferibili al medico ed a suoi parenti, al fine di consentirne la monetizzazione, ovvero la compensazione fiscale con debiti reali.

Il giudice della cautela ha anche disposto la misura cautelare del sequestro preventivo di oltre 37 milioni di Euro, in parte ancora giacenti, sotto forma di crediti, sulla relativa piattaforma telematica, pari ai profitti generati attraverso l’attività criminosa oggetto d’indagine. 

Il provvedimento cautelare è stato adottato nella fase delle indagini preliminari e che, dunque, gli indagati sono da presumersi innocenti sino alla sentenza di condanna definitiva che ne accerti la responsabilità all’esito del giudizio che si svolgerà nel contraddittorio con la difesa davanti al giudice terzo ed imparziale, giudizio che si potrà concludere anche con la prova dell’assenza di ogni forma di responsabilità.

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