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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

De Luca torna all'attacco della Musolino: "Renziana doc per merito di Cuffaro?"

Lo scontro con la senatrice dopo il passaggio ad Italia Viva. Le ipotesi del leader di Sud chiama Nord dopo le accuse sui social

“Nel tentativo di giustificare le sue scelte la senatrice Dafne Musolino continua a mistificare la realtà”. Esordisce così il leader di Sud chiama Nord dopo la vicenda l’addio della senatrice Dafne Musolino passata con Italia Viva. Nei giorni scorsi la notizia ha dato il via a una serie di polemiche incrociate che hanno animato anche il dibattito sui social. La senatrice, dopo la diretta fiume di Cateno De Luca che si sfogava per il suo abbandono, oltre la risposta con una nota ufficiale aveva replicato al segretario locale di Uiltrasporti Michele Barresi, che facendole “gli auguri di buon lavoro” su Facebook le porgeva anche una domanda, “come si sta dall’altra parte degli insulti?”.

La sfogo social della Musolino

Lo sfogo della senatrice non poteva non accendere ulteriori polemiche. “Premesso che io non ho mai insultato nessuno – è stata la risposta della Musolino - e, anche quando su fronti opposti, ho sempre dialogato con tutti, dico una cosa soltanto: da parecchio tempo tutti coloro che sono vicini all’ex sindaco sono stanchi del suo modo di parlare e della totale assenza di dialogo e confronto con chiunque. Stanchi di dovere apprendere dal post mattutino quale idea geniale è stata partorita in nottata, dalla autonomia all’equità territoriale fino a scoprire una mattina che eravamo più leghisti dei leghisti! Per non parlare di altre idee del decalogo composto da 8 punti (ma allora è un ottalogo? Boh!) con i villaggi della speranza stile nuovi campi di lavoro per i poveri immigrati in attesa di ricevere i documenti (anacronistico e disumano). E dunque quale partito? Quale progetto? Chiacchiere mattutine che non hanno costrutto, trasformismo fine a se stesso, totale isolamento culturale e politico. E violenza, sempre. Perciò, per rispondere alla tua domanda: dall’altro lato degli insulti si sta di merda, ma quando sei convinto della tua scelta, quando la tua dignità e la tua libertà sono messe ogni giorno a rischio, quando comprendi che stai girando a vuoto in una giostra in cui il giostraio vuole allo stesso tempo battere il tempo, suonare la musica, fare i biglietti, sedere sui cavallini e fare le foto, capisci che il tuo posto non è quello lì e che hai la responsabilità di impiegare le tue capacità nel migliore dei modi”, aveva concluso la senatrice.

Ma De Luca non ci sta

Ma non ci sta De Luca che parla invece di monetizzazione e di tentativo di indebolirlo “in questa fase di crescita”.

“Apprendiamo oggi che la scelta di lasciare Sud chiama Nord sarebbe dettata dell'isolamento politico in cui si sarebbe trovata – scrive in una nota il sindaco di Taormina - Vorrei ricordare alla senatrice Musolino che quell'isolamento politico al quale fa riferimento è lo stesso che le ha consentito di essere eletta e che ci sta facendo crescere in tutta Italia. La senatrice Musolino parla poi di "stimoli" ricevuti da parte di molti gruppi parlamentari. Ecco, ci piacerebbe sapere, e la Musolino per correttezza ed onestà intellettuale nei confronti degli elettori dovrebbe dirlo, quali sono questi stimoli che l'hanno convinta a lasciare Sud chiama Nord. Prima il 29 luglio alla festa del partito a Fiumedinisi e dopo in occasione dell'anniversario per l'elezione del 26 settembre la senatrice Musolino aveva espresso assoluta condivisione del nostro progetto politico. Non possiamo quindi oggi non chiederci quali "stimoli" nel giro di 15 giorni possano averla spinta a cambiare idea”.

Gli "incontri" con Cuffaro

Secondo De Luca, la Musolino “dovrebbe anche spiegare i suoi incontri con Cuffaro e perché proprio lei alla fine di aprile aveva detto no ad un accordo tecnico per fare un gruppo unico con il terzo polo al senato, proposta che aveva come regista proprio Matteo Renzi”.

“È evidente – insiste - che la senatrice Musolino ha deciso di mettersi in proprio "monetizzando" al massimo la sua posizione ed ora sta praticando il miserabile sport della ricerca di alibi che ovviamente non reggono, a cospetto poi dei suoi comportamenti tenuti fino a qualche settimana fa all'interno di Sud chiama Nord per come si evince tra l'altro dai numerosi post pubblicati sulla sua pagina fb che ogni minuto che passa viene dalla stessa Musolino bandita al popolo che l'ha eletta e che democraticamente manifesta il proprio disappunto. Non voglio pensare che sia andata via per non versare 2 mila euro al mese al partito secondo quel patto di fedeltà sottoscritto da tutti i nostri deputati a titolo di compartecipazione alle spese sostenute per la campagna elettorale per la quale Dafne Musolino non ha speso neanche un euro. È evidente che la paura di Renzi del mio risultato elettorale nel collegio del senato Monza Brianza lo ha spinto ad accelerare l'azione di compravendita politica per cercare di indebolirmi in questa fase di grande crescita. Non si spiega infatti altrimenti anche la tempistica che ha portato Dafne Musolino a lasciare Sud chiama Nord adesso piuttosto che aspettare, così come le avevo chiesto la notte in cui ho scoperto che sarebbe passata a Italia Viva, dopo il 23 ottobre. Evidentemente era cosciente del danno che Renzi ha tentato di causare a me e al progetto politico di Sud chiama Nord e ne è diventata complice. Adesso però piuttosto che continuare a cercare alibi dica la verità agli elettori sugli "stimoli" che l'avrebbero spinta a questa scelta ed accetti il confronto con Danilo Lo Giudice, nostro coordinatore regionale, che ha rifiutato di candidarsi alla Camera dei Deputati con Francesco Gallo al senato consentendo così la candidatura della Musolino al senato."

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