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Venerdì, 26 Aprile 2024
Elezioni regionali 2022

Miccichè: "Candidato alla presidenza della Regione? E' donna e spetta a Fi". De Luca: "Vuole la Monterosso, vergogna"

Il coordinatore siciliano degli azzurri pensa già al dopo Musumeci e traccia un identikit del candidato ideale. Il leader di Sicilia Vera: "La banda bassotti si sta scannando, è una faida". E svela che...

"Serve un candidato di Forza Italia per la presidenza della Regione: dev'essere di Palermo e donna".

Il coordinatore di Forza Italia e presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè traccia il profilo del candidato alla presidenza della Regione. E lo fa all’indomani di due episodi importanti nello scacchiere politico: la lite con Cateno De Luca nel corso del workshop per il primo anniversario di attività del Polo Meccatronica Valley a Termini Imerese e il giorno dopo la conferenza stampa con la quale Nello Musumeci ha annunciato il "passo indietro" alle prossime elezioni nel caso in cui il suo nome dovessere essere "divisivo per il centrodestra".

Secondo Miccichè, la candidatura, spiega in un'intervista all'Adnkronos, "spetta a Forza Italia".

"Da 30 anni - prosegue - siamo il primo partito e non abbiamo mai avuto il presidente della Regione, io ho sempre preferito l'unità del centrodestra pur di andare avanti e vincere. Ma ora c'è un sentimento diffuso palermitano che chiede in maniera ferma la candidatura di Palermo perché non l'ha mai avuto. Ora tocca a noi. Io, a occhio e croce, ho le prime due caratteristiche ma non la terza".

Per il presidente dell’Ars, “è palese che il nome di Musumeci sia divisivo, giorno dopo giorno. Lo ha fatto spaccando, ad esempio, i rapporti tra i partiti e i propri assessori. E oggi divide ancora di più, anzi lui non divide a metà, ma del tutto. Oggi le forze di maggioranza non sono felici dell'operato di Musumeci, sia nella gestione della Regione, sia nella gestione dei rapporti umani. Non potrà esistere mai un'azienda che funziona con il direttore amministrativo che odia quello di vendita".

Miccichè replica anche alle parole pronunciate ieri da Musumeci: "Io non so cosa intenda per attacchi indicibili, non lo so. E' vero che l'ho criticato sulla stampa sì, ma sulla fine di questa legislatura e sul fatto che ha avuto e continua ad avere un atteggiamento insopportabile nei confronti di tutti ma specie nei confronti dei partiti".

Poi ricorda: "La democrazia è fatta da tre pilastri: uno è rappresentato dai partiti, che garantiscono il rapporto con il popolo, il secondo pilastro è il Parlamento, cioè il controllore di ciò che fa il governo e poi c'è la stampa che pubblicizza quello che fa il Parlamento e il Governo. Sono tre pilastri da cui non si può prescindere, e lui certamente ha distrutto i primi due pilastri. Non ha avuto intenzione di discutere con i partiti né con il Parlamento. Se lui avesse detto: 'Ho sbagliato, il mio atteggiamento non è stato compreso' sarebbe stato diverso. Invece, niente, è tutta colpa degli altri". 

"Musumeci - conclude Miccichè - deve parlare chiaro, senza metafore. A cosa si riferiva quando ha parlato di verità che pregiudicherebbe la vittoria del centrodestra?".

Dichiarazioni che non sono passate inosservate al leader di Sicilia Vera che aveva già annunciato telefonate da Miccichè all’indomani del risultato elettorale a Messina in vista di una possibile alleanza. Secondo De Luca Miccichè ha bruciato anche Raffale Stancanelli e sta andando avanti col suo vero disegno: Patrizia Monterosso, direttrice della Fondazione Federico II.

“Miccichè – scrive De Luca - ha volutamente bruciato il nome di Raffaele Stancanelli e lo ha fatto perché infastidito dai rapporti di amicizia che legano Stancanelli sia a me che a Luca Sammartino e poi perché ha già in mente chi deve essere il candidato. Ha fatto riferimento ad una donna, quella donna è Patrizia Monterosso, la presidente della Fondazione Federico II. Ma potrebbe esserci anche un’altra donna del mondo della sanità privata, il cui nome al momento non vi svelo. Il popolo siciliano – insiste De Luca - deve sapere che la banda bassotti oggi è protagonista di una vera faida. Miccichè sta puntando tutto sulla Monterosso e seguendo il manuale Cencelli siciliano lui vorrebbe per sé l’assessorato ai Beni Culturali, a me aveva proposto la presidenza del Parlamento o in alternativa la vicepresidenza della Regione, ma come ho detto più volte e ribadisco ancora io non ci sto. A Miccichè anzi dico che è il momento che la smetta con questi teatrini. In scena sta andando l’ennesima vergogna.”

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