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Capitan Findus diventa un avatar, l’ambizioso progetto del giovane messinese Roberto Ruggeri

L'icona alimentare entra nel mondo digitale per parlare ai giovanissimi. “Un character senz’età”, tesi di laurea all’avanguardia che potrebbe diventare fonte d’ispirazione per le aziende che guardano al futuro

Dimenticate il marinaio anziano con una folta barba bianca e l’uniforme scura. Capitan Findus cambia look , diventa digitale e soprattutto sbarca nel mondo dei social per parlare il linguaggio dei giovani. Questo è l’ambizioso progetto del giovanissimo messinese graphic designer Roberto Ruggeri , che con la sua tesi dal titolo “Un character  senz’età”, discussa lo corso dicembre alla  Naba di Milano, dà nuova vita all’icona alimentare dei prodotti surgelati per eccellenza. Un progetto di tesi all’avanguardia che potrebbe diventare fonte d’ispirazione non solo per le aziende che vogliono rinnovare il brand, ma anche per la nota impresa italiana . 

“Il progetto – racconta Roberto- nasce da una riflessione sull’impatto che la tecnologia ha avuto sulle relazioni sociali e di come esse stiano cambiando in risposta all’assottigliarsi della distinzione fra ciò che è fisico, tangibile e ciò che è virtuale, inafferrabile”. Ma perché proprio Findus? “Il primo character che mi è venuto in mente legato alla mia infanzia è il capitano. Chi ha vissuto come me da studente fuori sede non ha il tempo e non è tanto meno abituato a cucinare, quindi per velocità e praticità preferisce  i prodotti surgelati. Noi giovani inoltre siamo attirati  dai suoi prodotti  che si rifanno anche ad una cucina multiculturale e sono  più interessanti  perché propongono anche un ricettario”.

Da qui l’idea di rendere più accattivante l’aspetto comunicativo dell’azienda che a parere del giovane, classe ’99,  sarebbe legata troppo alle vecchie generazioni, senza rispondere alle esigenze di chi vive i social a 360°: “Ho voluto rivitalizzare la figura del capitano- continua il giovane- senza stravolgerlo per non perdere il target di riferimento. Adesso ha un aspetto più giovane e curato. Nella mia tesi però lui diventa un avatar immortale e questo rafforzerebbe  la sua immagine che rimarrebbe la stessa nel tempo. Ho sfruttato l’algoritmo dell’intelligenza artificiale e la restituzione della realtà aumentata per creare un linguaggio immersivo”. 

Capitan Findus

“Noi siamo una generazione alla ricerca del benessere psicofisico - ci tiene a puntualizzare-ci preoccupiamo della certificazione del prodotto dell’impatto ambientale. Findus nel suo core business è attento al prodotto all’uso di una confezione rinnovabile, ma l’ho scoperto solo tramite le mie ricerche, perché la sua comunicazione non è abbastanza efficace". In character  senz’età il capitano diventa un brand ambassador  una sorta di influencer ma sempre fedele alla sua azienda: “Ho voluto digitalizzare il capitano  anche sviluppando tre campagne stampa  nei luoghi dei giovani puntando su pesca certificata, corretta alimentazione e inclusione di genere. Contemporaneamente ho pensato a tre campagne social su Instagram legate ai valori del prodotto surgelato.  Grazie ad una quarta storia l’utente ha la possibilità di creare una ricetta e comunicare direttamente con il capitano ”. Una realtà aumentata che diventa quasi un tutorial per cucinare in cui i giovani possono interagire direttamente con lui: “ Nella pagina Instagram Fish Bar ho pensato anche a anche un forum di discussione  in cui si potrebbero invitare degli ospiti reali che incontrano l’avatar”.

La comunicazione cambia e si adegua e ai tempi, ma per arrivare ai giovani è necessario dunque  parlare il linguaggio dei social: “ Il filo tra vita reale virtuale è sottilissimo- prosegue- le tecniche per riprodurre il reale continueranno a sedimentare le persone. La  nostra generazione ha bisogno dei social, senza però per questo farne un uso sbagliato. Non dimentichiamo che siamo noi i nuovi consumatori”.

Per il momento si tratta solo dell’oggetto di una tesi ma un avatar sui social potrebbe essere il futuro della pubblicità? “Le aziende che ancora non l'hanno fatto - conclude- devono relazionarsii con con gli utenti, attraverso una comunicazione che non può parlare alle masse ma deve essere personalizzata  curando creatività , sostenibilità e tematiche legate ai valori. Noi siamo una generazione nata e cresciuta nell’incertezza abbiamo bisogno di guide ed è ormai assodato che i brand sono diventati dei punti di riferimento per noi giovani”.
 

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