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Metti una sera al Museo, tre sold out per "Il rasoio di Occam"

In scena al Mume l'opera di Giovanni Maria Currò e Giusi Arimatea, tra filosofia e ironia una fotografia sugli schemi sociali stereotipati nella Sicilia che non ha vissuto gli anni di piombo

Metti una sera al Museo. Fuori piove a dirotto e decidi che trascorrerai alcune ore lì dentro ma non a guardare dipinti bensì a vedere da vicino l'apertura di "Clandestini": la rassegna del Clan Off che chiusa l'esperienza in via Trento espone al Mume le sue "opere". E' sold out "Il rasoio di Occam", lo spazio fatica a contenere gli spettatori ma dà il senso dell'anima sperimentale di Giovanni Maria Currò e Mauro Failla. Il primo regista e autore con Giusi Arimatea, il secondo sul palco si muove ormai con particolare sicurezza. Tino Calabrò, il professore, non delude e media tra l'ironia e la saggezza popolare del Failla barbiere mentre Alessio Bonaffini, un pericoloso ladro, porta dentro il suo personaggio.

Ma questo Rasoio di Occam cosa ci vuol dire? Siamo negli anni di piombo, Aldo Moro viene ritrovato in via Caetani a Roma senza vita mentre noi siamo in una Sicilia di periferia e visto che stasera c'è il terzo sold out non diciamo troppo della storia ma del suo significato. Ovvero che il giudizio a volte è un pregiudizio, che il bianco può essere nero e che "Quando si abbassa il sipario non saremo più gli stessi"...Un ribaltamento dei ruoli che a prima vista inganna se si guarda la scena con una visione sociale stereotipata

 

Il rasoio di Occam è finito. Qualche minuto con gli attori stanchi e soddisfatti. Failla: "Siamo molto felici di iniziare la nostra rassegna qui al Museo, sta andando molto bene anche oltre le nostre aspettative, abbiamo lavorato sodo per poter riprenderci dalla chiusura del nostro teatro". Bonaffini: "Collaboro con il Clan degli attori da diverso tempo, c'è stata la ripresa di questo spettacolo che ha avuto esiti positivi anche fuori, siamo stati a Palermo, siamo stati a Catania, ora qui a Messina, le aspettative sono state ottime, la nostra presenza in scena in queste sere buona". Calabrò: "E' sempre una grande emozione vedere il teatro pieno, con i silenzi, le risate, è importante per noi avvertire questo in scena".

Andando via lungo viale della Libertà dobbiamo riferirvi che Clandestini al Museo prosegue. Con "Pezzi" il 16 e 17 dicembre, "Jazz Storie" a gennaio, "Due" a febbraio, "Non siamo qui" a marzo e "Una vita a cottimo" ad aprile. La partenza - per dirla alla Occam - ha imboccato la strada più efficace. 

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