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Cronaca Milazzo

Aurelio Visalli, un eroe mai dimenticato

Sono passati due anni esatti dalla scomparsa di Aurelio Visalli, sottufficiale della guardia costiera, che ha perso la vita nell’eroico tentativo di salvare due giovani in mare

Il mare è in tempesta. E anche il cielo, grigio e cupo, da due giorni non riesce a stare in silenzio. Versa gocce di pioggia, che scendono silenziosamente. Come lacrime. Amare, ma nostalgiche. Le lacrime di chi non dimenticherà mai un vero eroe. Sono passati due anni esatti dalla scomparsa di Aurelio Visalli, sottufficiale della guardia costiera, che ha perso tragicamente la vita nell’eroico tentativo di salvare due giovani in mare.

Aurelio aveva quarant’anni e viveva a Venetico con la sua amata moglie Tindara e con i suoi due bimbi: un maschietto, che oggi ha 13 anni e che è stato costretto dalla vita a crescere troppo in fretta, e una femminuccia, che di anni ne ha 8.

Quel maledetto 26 settembre del 2020, Aurelio ha lasciato il suo profumo nella vita di chi lo ha conosciuto. E ieri pomeriggio, a Milazzo, nella piccola chiesetta del Tono, durante la messa per l’anniversario della sua scomparsa, il pianto di chi lo ha ricordato sembrava un temporale. Misto, però, ai sorrisi dei suoi cari, che ogni giorno lo ricordano con amore. Avremmo potuto narrare gesta, eventi e storie, con Aurelio, e farci raccontare da lui un eroico salvataggio. Ma così, purtroppo, non è stato. Aurelio non c’è più, ma è andato via da eroe.

Doveva essere una giornata come tutte le altre. Era sabato. E Aurelio, marito, padre e sottufficiale della guardia costiera, come ogni mattina, stava uscendo di casa per andare a lavorare. E sorridendo, prima di andare via, diceva sempre: “Vado a servire la patria”. Era un uomo “vecchio stampo”, dai sani principi, serio ma giocoso, elastico ma rigido. Forte. Ma tanto sensibile. Credeva nel suo lavoro, rappresentava lo stato. E quel giorno, Aurelio, la patria l’ha servita davvero. Ma a casa non è più tornato.

A Milazzo, sulla riviera di Ponente, vedendo due giovani in acqua, in pericolo di vita, lui non ci ha pensato due volte. E con il mare in tempesta, Aurelio si è tuffato, aiutandoli, prima che un’onda balorda lo portasse via. E lo strappasse ai suoi cari. Ma chi era Aurelio? Aurelio era sole, serenità e luce. Così lo hanno definito i suoi cari alla cerimonia di ieri, alla Baia del Tono di Milazzo. Mai una parola fuori luogo, mai sopra le righe, mai colpi di testa. Un uomo sempre disponibile con tutti e pronto a tutto pur di aiutare chiunque. Il suo sorriso, oggi, risplende dalle finestre di casa Visalli. Le sue battute e le sue frasi ironiche riecheggiano tra le pareti. E la sua famiglia lo sente vicino, ogni giorno. Aurelio era un pilastro per Tindara, Chiara e Riccardo. E lo è ancora oggi. Avrebbe dato la vita per loro. E invece, alla fine, l’ha data per il suo lavoro. Per il suo senso del dovere. Aurelio ha lasciato un dirupo, ma fino all’ultimo istante della sua vita ha fatto “rumore” con il suo cuore immenso.

Oggi, a distanza di due anni, alla sua famiglia resta la medaglia d’oro al valor di marina conferita alla sua memoria. Restano, soprattutto, tanti ricordi. E resta tanto amore. E come canta Ligabue, l’artista preferito di Aurelio, “Ho messo via un bel po’ di cose, ma non mi spiego mai il perché, io non riesca a metter via te”. Perché nessuno mai metterà via il ricordo di un eroe.

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