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Cronaca

Ponte, pontissimi...via ma Cingolani frena, i Verdi: “Ora serve un parere negativo definitivo”

Bonelli esulta dopo la dichiarazione del ministro della Transizione Ecologica. Ma la Siracusano (Fi) non ci sta: “Gli ostacoli materiali non sono assolutamente insormontabili, auspichiamo che non lo siano neanche quelli culturali di chi deve compiere le scelte di governo”

Se ne parla da duemila anni, ha ingoiato senza esistere una quantità di miliardi impressionante per studi di fattibilità, si arena puntualmente sempre prima di partire e “inquina” costantemente il dibattito politico.

Facile la risposta se fosse un quiz: stiamo parlando del Ponte sullo Stretto.

Ad aprire le danze dell’ultima polemica è stato il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani a The Breakfast Club su Radio Capital.

E’ bastato che dicesse “mi lascia perplesso” per scatenare una nuova ondata di commenti. “Da un lato c'è una situazione di sismicità critica, dall'altro lato penserei più a potenziare le infrastrutture fondamentali per Sicilia e Calabria – ha spiegato il ministro - Per ora aspetterei, ma non ho studiato il progetto".

Ma non ci sta Matilde Siracusano, deputata di Forza Italia, che ha ingaggiato una vera e propria battaglia a sostegno del ponte che più che a campata unica continua a tirare a campare nelle prese di posizione di chi non si rassegna e ribadisce la necessità di inserire l'opera nel Piano nazionale di ripresa e resilienza

"Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, sbaglia a liquidare con poche parole e senza aver approfondito tutti i dossier disponibili - per sua stessa ammissione - il tema della realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Anche da questa affrettata presa di posizione emerge come sul collegamento stabile tra Sicilia e Calabria esista ormai una sorta di pregiudizio ideologico assai difficile da superare", insiste Siracusano, "Forza Italia  ribadisce la necessità di inserire l'opera nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, sostenendo nei tavoli europei la necessità di una deroga al vincolo temporale, ovvero finanziando con il Recovery Fund le opere infrastrutturali terrestri e completando l'attraversamento dello Stretto con i Fondi di sviluppo e coesione, e con quelli strutturali. Gli ostacoli materiali non sono assolutamente insormontabili, auspichiamo che non lo siano neanche quelli culturali di chi deve compiere le scelte di governo. Il ponte - conclude - rappresenta una priorità fondamentale per il Sud e per il suo sviluppo economico".

Di tutt’altro avviso il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che invece spera adesso in un parere negativo “definitivo”.

"Ha fatto bene il ministro Cingolani a esprimere perplessità sulla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina ed in particolare con la motivazione legata alla sismicità dell'area e auspico che i dubbi si trasformino in una decisione negativa formale – Bonelli - La Sicilia, la Calabria e le regioni del sud - continua - hanno bisogno di treni per i pendolari, acquedotti, depuratori, di interventi contro il dissesto idrogeologico, di costruire distretti industriali legati all'innovazione tecnologica e alla conversione ecologica che potrebbero realizzare decine di migliaia di posti di lavoro".

"Per dare un'idea delle priorità del nostro paese - continua l'esponente dei Verdi - con i 10 miliardi che servirebbero per costruire il ponte sullo stretto di Messina si potrebbero realizzare 750 km di rete attrezzata per tram e filobus rivoluzionando la mobilità delle aree urbane delle nostre città". "Il ministro Cingolani a questo punto - conclude -, insieme al suo collega Giovannini, arrivino ad una decisione formale definitiva negativa che chiuda la vicenda ponte non solo relativamente al suo inserimento, impossibile, nel Pnrr ma anche sull'uso dei fondi ordinari dello Stato per finanziarie questa inutile opera che ad oggi ha sperperato quasi 1 miliardo di euro di fondi pubblici tra fantasiosi studi , consulenze e progettazioni".

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