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Cronaca

Beffa per cento infermieri senza incentivi e più esposti al contagio, la denuncia di Nursind

Il sindacato sottolinea una situazione di disparità rispetto ad altre postazioni dell'Asp messinese. Inoltre chi resta in ambulanza corre un rischio maggiore senza alcun indennizzo

Niente ambulanze e quindi niente incentivi. Questa la beffa per un centinaio di infermieri dell’Asp di Messina  segnalata da Nursind di Messina.  L’Asp, per evitare che gli infermieri potessero portare il virus dalle ambulanze al reparto ha deciso che o si resta in reparto o si va in ambulanza, non è possibile fare entrambe le cose. 

Chi invece è stato spostato in ambulanza, non solo non  avrà incentivo ma correrà maggiori rischi perché le ambulanze improvvisamente sono state destinate a tutte le emergenze e non più solo al coronavirus e  inoltre non ci sono  tutti i dispositivi di sicurezza. Per anestesisti e altri medici che lavorano invece tra reparto ed elicottero nessun rischio di contagio? Nel territorio dell'Asp messinese in altre postazioni si continua con l’incentivazione, una disparità che non sta bene a Nursind Messina.

"Come se non bastasse - dice la segreteria del Nursind Messina guidata da Ivan Alonge - le ambulanze non sono state più destinate solo al coronavirus, per cui i lavoratori andranno a soccorrere persone con altri tipi di patologie, senza le misure di sicurezza previste contro il coronavirus, ma sempre e comunque col dubbio che i pazienti possano essere affetti da covid-19. Dunque un rischio che aumenta senza alcun indennizzo. Tra l'altro il personale infermieristico non è ad oggi fornito di divisa di 118 completa anche di scarpe e che il personale autista soccorritore viene spostato continuamente su altri mezzi. Senza dimenticare che sulle ambulanze ci sono pochissimi dipendenti rimasti”. 

Nursind si chiede perché altri medici come gli anestesisti proseguono il loro lavoro tra soccorso e ospedale. “Per loro evidentemente non c’è alcun rischio di contagio rispetto agli infermieri” dice il Nursind. In tutto questo, resta l’incertezza sul futuro: “Abbiamo chiesto che al termine dell’emergenza – dice il Nursind – questo personale possa tornare alle proprie mansioni in reparto, ma non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta”.
 

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