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Cronaca

Frana di Letojanni, l'accusa chiede le condanne per sei imputati

Il processo scaturito in seguito allo smottamento della collina a ridosso dell'autostrada Messina Catania i cui lavori per la sistemazione saranno riavviati a breve

Disastro ambientale, inadempimento in pubbliche forniture, peculato, falso, abuso d'ufficio. Sono queste le accuse avanzate dal pm Francesco Bonazinga ai giudici della sezione penale del tribunale di Messina presieduta da Maria Eugenia Grimalti, nei confronti di sei imputati a processo in seguito alla frana del 2015 di Letojanni. 

Si tratta di Salvatore Pirrone, allora direttore generale del Cas, di Gaspare Sceusa dell'Ufficio tecnico del Cas, dell'imprenditore Francesco Musumeci che effettuò i lavori di messa in sicurezza, del geometra del Cas Antonio Spitaleri, e dell'ingegnere Francesco Crinò e del geologo Giuseppe Torre, scelti dall'impresa di Musumeci per realizzare il progetto di messa in sicurezza della rampa. 

L'Accusa ha chiesto per Pirrone e Sceusa 7 anni e 10 mesi, per Spitaleri 7 anni, per Musumeci 6 anni e 10 mesi, per Crinò e Torre 5 anni. Secondo la ricostruzione degli inquirenti i lavori di messa in sicurezza della rampa, affidati all'impresa Musumeci Spa, furono pagati più del dovuto ed eseguiti senza rispettare la normativa prevista dalla legge.

Il collegio della difesa è composto dall'avvocato Domenico Andrè, difensore del Cas, e da Rosario Trimarchi, Giovanni Calamoneri, Rosa Anna Scalia, Alberto Gullino,  Francesca Bilardo e Antonio Pillera. 

L'udienza è stata rinviata al 4 aprile. Quel giorno è attesa anche la sentenza. 

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