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Messina e otto comuni sotto scacco per gli incendi, le associazioni a Musumeci: "Stoppare la caccia e aiuti agli agricoltori”

Brucia a Casalvecchio e Forza D'Agro, Sant'Alessio in contrada Scifì, Castelmola, Molino, Briga, Castroreale, Mistretta. Per la Cia “danni incalcolabili”. Italia Nostra, Gre, Lac, Lav, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, Man e Wwf Italia hanno chiesto formalmente l'immediata sospensione del calendario venatorio 2021-2022: "Un gesto doveroso, ragionevole e responsabile"

"In una Sicilia martoriata dagli incendi, che ancora in questi giorni stanno devastando ulteriormente boschi, parchi e riserve ed estesissime aree rurali di particolare interesse per la fauna selvatica, con un caldo torrido ed una siccita' impietosa che stanno decimando gli animali selvatici sopravvissuti, questo calendario venatorio rappresenta una incredibile e sciagurata dichiarazione di guerra contro la fauna scampata dal fuoco".

E' quanto si legge nell'appello lanciato da otto associazioni ambientaliste e animaliste - Italia Nostra, Gre, Lac, Lav, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, Man e Wwf Italia - al presidente della Regione Nello Musumeci e agli assessori all'Ambiente ed all'Agricoltura, Salvatore Cordaro e Antonino Scilla. Le associazioni hanno chiesto con formali istanze "l'immediata sospensione del decreto del 26 luglio sul calendario venatorio 2021-2022, in particolare per quanto riguarda l'imminente 'preapertura' della caccia nei giorni 1, 4, 5, 11 e 12 settembre e l'apertura generale della stagione venatoria dal 19 settembre al 31 gennaio 2022". 

Una situazione ancora molto delicata quella degli incendi in Sicilia anche in vista del prolungarsi dell'ondata di calore anche nei prossimi giorni. In questo ore brucia Casalvecchio e Forza D'Agro, Sant'Alessio in contrada Scifì, Castelmola, Molino, Briga, Castroreale, Mistretta.

Le situazioni più delicate a Casalvecchio e Forza d'Agrò e a Molino dove sono in azione oltre i vigili del fuoco anche la forestale e i canadair. La Regione ha chiesto lo stato di crisi. Per la Cia (Confederazione italiana agricoltori) Sicilia, i danni sono incalcolabili. La presidente Giovanna Castagna chiede al governatore Nello Musumeci e all'assessore all'agricoltura Toni Scilla, "interventi con fondi della Protezione Civile per risarcire gli allevatori che hanno perso sia i pascoli che i foraggi; richiesta di intervento immediato presso Agea per anticipazione dei premi relativi al primo ed al secondo pilastro della Pac; sospensione di tutte le rate di mutui, prestiti e cambiali agrarie e facilità di accesso al credito con il concorso della Regione; sospensione del pagamento dei contributi previdenziali e fiscali”.

Per le associazioni "è  schizofrenico l’atteggiamento della Regione: da una parte Musumeci firma lo 'stato di crisi e di emergenza a causa degli incendi dell'eccezionale situazione meteoclimatica', dall’altra si emana il decreto che - addirittura - anticipa al 1° settembre l’apertura della stagione di caccia, contro il parere scientifico dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), autorevole organo scientifico cui è attribuita la valutazione tecnica della sostenibilità delle modalità e dei tempi del prelievo venatorio su tutto il territorio nazionale".

''La vastità degli incendi che hanno colpito moltissime aree della Sicilia – si legge nel documento inviato a Musumeci - ha provocato e sta tuttora provocando notevolissimi danni, sia diretti che indiretti, alla fauna e agli habitat naturali, con un numero imprecisabile  dianimali deceduti e numerosi siti distrutti dal fuoco. Un quadro a dir poco critico, che purtroppo si prolungherà nel tempo e che potrebbe tuttavia ulteriormente aggravarsi, per la fauna selvatica, con l’avvio della stagione venatoria. Il blocco dell’apertura della caccia appare dunque un provvedimento doveroso, ragionevole e responsabile. Giustamente - si legge - la Giunta regionale ha deliberato di intervenire 'per fronteggiare le più urgenti necessità fra cui i contributi alle aziende per acquisizione di foraggi per gli animali, per ripristino recinzioni pascoli e adduzioni idriche; contributi per gli animali andati perduti'' invocando 'lo stato di crisi e di emergenza, per la durata di mesi 6, a causa dei gravi danni provocati dagli incendi'' ma – incredibilmente - ha comunque deciso di aumentare i periodi di caccia anticipando di ben un mese la data di apertura della stagione venatoria - ottobre - che Ispra aveva consigliato. Una scelta gravissima e irresponsabile in aperto contrasto con le direttive Ue e con i principi scientifici per la conservazione della fauna, che ora rischia di essere decimata dalle doppiette con conseguenze irreversibili".

articolo modificato alle 15 dell'11 agosto 2021 // aggiunti dettagli

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