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La storia di Messina “svenduta” su ebay, il luogotenente Cassia: “Abbiamo rischiato di perdere capolavori del 1500”

Un libro del 1600 sul culto della Madonna della Lettera ed un altro stampato da Spira. Ecco i volumi ritrovati dal nucleo di tutela dei carabinieri che lanciano l'allarme: “Il patrimonio librario nuova frontiera dei traffico internazionali”

Sono i libri la nuova frontiera nel commercio illecito di opera artistiche. E' quanto emerge a margine delle indagini del nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei carabinieri che hanno portato al recupero di 342 volumi storici messi in vendita online dopo essere stati trafugati dalla biblioteca dell’Ignatianum di Messina. "Tra gli 8405 beni tragufati nell'ultimi anni - ha precisato il luogotenente Maurizio Cassia - ben 2935 appartengono al settore librario. Il sequestro di oggi ha permesso di restituire agli studiosi elementi preziosi per lo studio e la ricerca. Senza i tre incunaboli ritrovati, infatti, la materia non si sarebbe potuta approfondire".

In vendita su E-bay non c'era solo parte del patrimonio artistico italiano, ma un tesoro riconducibile alla stessa città di Messina. I 342 volumi, ritrovati dai carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale, raccontano, infatti una storia lunga più di cinquecento anni con elementi unici e irripetibili.  Un autentico tesoro, trafugato negli anni e poi messo in vendita nel mercato elettronico da chi, forse, neanche si rendeva conto di cosa aveva tra le mani. Il 64enne messinese, badante dell'Istituto Ignatium e indagato adesso per ricettazione, nascondeva l'intero patrimonio nella sua abitazione, ben conservato in più stanze in attesa di completare la vendita online. 

"Alcune opere - ha spiegato  Cassia - sono strettamente collegate a Messina. Tra quelli rinvenuti c'è un testo del 1537 stampatato dal tipografo Spira che proprio a quel tempo era attivo nella città dello Stretto il cui ruolo era importantissimo nell'attività libraria. Un altro libro datato 1632 contiene opere dedicate alla Madonna della Lettera, si può quindi pensare che il testo abbia contribuito a diffondere il culto religioso".

Una vicenda in cui ha giocato un ruolo fondamentale la dismissione dell'Istituto Ignatium. Nel 2009 i Gesuiti lo hanno progressivamente abbandonato e la struttura è andata in gestione a una cooperativa che accudiva gli ultimi fedeli anziani rimasti. E proprio per loro lavorarava l'uomo che in seguito alle indagini dei carabinieri avrebbe trafugato e tentato di vendere i volumi storici. Ha agito tra il 2011 e il 2012 e il suo compito è stato agevolato anche dalla mancanza di un inventario forse distrutto appositamente. L'elenco dei testi custoditi nella biblioteca avrebbe, infatti, permesso ai militari di scoprire eventuali mancanze. Il problema della conservazione del patrimonio storico e artistico di origine ecclesiastica  e più precisamente i fondi librari andrebbe affrontato con maggiore attenzione per evitare casi simili in futuro.


 

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