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Cronaca Moio Alcantara

Mojo Alcantara, un paese sotto choc: Bruno Pennisi era un “insospettabile” 

Vicino a Sicilia Vera del quale era un punto di riferimento nella Valle dell’Alcantara, lo descrivono disponibile con tutti. Cugino di secondo grado con la vicesindaco Clelia Pennisi, sorella di Carmelo, finito nell’operazione Isola Bella da cui è partita l’inchiesta che ha portato all’arresto di oggi

Una comunità stravolta, quella di Mojo Alcantara. La notizia dell’arresto del sindaco e del vicesindaco e le motivazioni per le quali si è arrivati al provvedimento hanno scosso gli abitanti del centro della valle dell’Alcantara, ma non solo. Anche nei comuni vicino in pochi stentavano a credere. Secondo l’accusa Bruno Pennisi, insieme al responsabile dell’Area Servizi Territoriali e Ambiente del Comune di Moio, oggi in pensione, “accettavano utilità consistenti in somme di denaro o relative promesse” e lo stesso Sindaco, inoltre, “favoriva vendite di materiale edile da parte di una società in cui vantava cointeressenze, per compiere specifici atti contrari ai doveri d’ufficio, così turbando la procedura di gara relativa al recupero del tessuto urbano locale, a favore di un imprenditore di Santa Teresa Riva”. 

Infiltrazioni mafiose nella valle dell'Alcantara, i nomi degli indagati

Bruno Pennisi, 47 anni il prossimo 29 maggio, è sempre stato molto attivo in quella zona, da qualche tempo era vicino a Sicilia Vera nella Valle dell’Alcantara, dove si proponeva come referente per altri amministratori anche se Sicilia vera ora nega che avesse un ruolo ufficiale e fosse iscritto insieme ad altri componenti dell'amministrazione, erano stati accolti già nel novembre 2021 "nella grande famiglia" del movimento. Eletto nella lista “Progetto Comune” durante le elezioni del 2018, si apprestava a vivere l’ultimo anno del suo mandato elettorale. 

Ad affiancarlo è la cugina di secondo grado, Clelia Pennisi, la vicesindaco anche lei arrestata. Clelia è la sorella di Carmelo Pennisi, uno degli indagati nell’ambito dell’operazione Isola Bella, condotta dalla Procura di Catania e che aveva svelato il sistema attraverso il quale il clan mafioso etneo dei Cintorino-Cappello aveva messo le mani sull’industria delle vacanze nella punta di mare vip a Taormina. Proprio da un approfondimento su quell’inchiesta è stata avviata l’indagine che ha svelato la pressione della cellula criminale sugli appalti nei due comuni. Un ruolo di primo piano quello di Carmelo Pennisi in questa inchiesta tanto che la Procura di Messina evidenzia come “anche da detenuto disponeva affinché i suoi sodali prendessero contatti con le ditte appaltatrici di lavori assegnati dai due enti locali di Moio e Malvagna, anche garantendo sostegno ai candidati elettorali in occasione del rinnovo dei rispettivi consigli comunali”. Carmelo Pennisi, per l'operazione Isola Bella, difeso dall'avvocato Cinzia Panebianco, è stato assolto per non aver commesso il fatto per il reato associativo.

Concretamente, “le disposizioni da lui dettate venivano tradotte in azione operativa dal padre e, soprattutto, dalla sorella, quest’ultima vicesindaco in carica del Comune di Moio Alcantara, entrambi oggi destinatari della custodia cautelare in carcere”. Il riferimento è a Giuseppe Pennisi, il padre, e Clelia Pennisi, la vicesindaco. 

articolo modificato alle 15 del 19 maggio 2022 / Sicilia vera precisa che Pennisi non era tesserato

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