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Cronaca

Omofobia, parla lo studente insultato dal professore: "Porto ancora le cicatrici, per questo ho denunciato"

La lettera di Davide, queer bisessuale attaccato su Facebook da un docente dell'università di Messina. L'accorato appello per una società più educata e l'invito a non abbassare la testa davanti alle violenze. Arcigay incontra il rettore Cuzzocrea

Ha scritto una lettera Davide, queer bisessuale vittima di insulti omofobi sui social da parte di un professore dell'università di Messina. Un lungo sfogo in cui racconta la sua storia e i motivi che lo hanno portato a denunciare quanto subito. Dalle sue parole, emerge una vita di sofferenza iniziata nel piccolo comune di Villafranca Tirrena, ma che ha poi trovato la svolta anche grazie al sostegno delle associazioni incontrate.

La lettera di Davide

Mentre denunciavo il professore dell’Unime per l’aggressione omofoba online, ho ricordato quando a 16 anni ho deciso di fare coming out. Pensavo che sarebbe stato difficile ma che il peggio era passato, non potevo sapere di quanta violenza mi avrebbe riservato il futuro, una violenza così normalizzata che non riuscivo nemmeno a riconoscere come tale. Eppure quando nel 2012 ero la prima persona queer dichiarata in tutta Villafranca Tirrena, è diventato evidente. Fuori posto: i miei capelli, i miei ragazzi, le mie idee, il mio aspetto fisico, era tutto così sbagliato. Di queste violenze quotidiane porto ancora le cicatrici. Avevo supporto da mia madre e quando qualcosa succedeva, casa Ialacqua era il mio porto sicuro in città eppure c’era un intero mondo ad odiare ciò che ero, ciò che sono. Quando ho subito l’aggressione più pesante, non avevo la forza di denunciare, non mi fidavo dello Stato, della reazione delle istituzioni che dicevano che in fondo sono al massimo “accettabile”, non volevo essere guardato e deriso dall’espressione di sufficienza di un agente di polizia. Non potevo affrontare anche questo.

La mia vita cambierà di segno però e a Bologna e Berlino conoscerò un’intera comunità di persone come me: Laboratorio Smaschieramenti, B-Side Pride, NON UNA DI MENO, CSD Berlin, Linke Queer Berlin, gli ultras del Potsdam e oggi Liberazione Queer+ Messina tutte queste realtà mi hanno dimostrato che non ero più solo. Questo ha cambiato tutto, mi ha dato la forza di reagire. Quando ho ricevuto l’ennesimo attacco omofobo online, ho pensato che avessi la forza di ignorarlo, perché ancora delle istituzioni non mi fido.

Poi ho scoperto che il mio aggressore era un professore universitario di Messina e mi è passata la vita davanti: un fantasma del Davide sedicenne che soffriva in silenzio è riemerso. Il transfemminismo mi ha insegnato a decentrare lo sguardo da me stesso: forse questa denuncia non sarà una soluzione ma questo è vero per me adesso, ma c’è una parte della nostra comunità, la più vulnerabile, che ha bisogno di un segnale, ha la necessità di sapere che la sua vita conta per qualcuno e la legge Zan, le denunce, le uscite pubbliche possono servire per sopravvivere e darci la forza di andare anche oltre. Per questo ho denunciato: la mia vuole essere una denuncia della e per la comunità, voglio usare la visibilità che la stessa comunità mi ha concesso per dire ai nostri fratelli e alle nostre sorelle che noi ci siamo e che insieme siamo marea.

Ringrazio Arcigay per il supporto legale e la Consultoria Queer di @LiberazioneQueerMessina per il supporto politico: questa vicenda dimostra che abbiamo bisogno però non solo di tutele ma di un processo politico, vogliamo una società dove questo non succeda, vogliamo educazione di e ai generi e come ribadiremo durante la piazza Nazionale del 15 maggio a Roma, vogliamo #moltopiùdizan

Arcigay incontra il rettore

Intanto, non si placano le polemiche per quanto accaduto. Lo stesso ateneo peloritano, tramite il rettore Salvatore Cuzzocrea, si è detto pronto a prendere provvedimenti attraverso l'insediamento del comitato etico mentre sulla questione indagano anche le forze dell'ordine. Nel frattempo, la pagina Facebook in cui sono stati scritti i commenti finiti nelle bufera è stata rimossa.

Sulla questione lo scorso mese si era già attivata Arcigay Messina segnalando tutto alle autorità. "Subito scriviamo alla Prefetta di Messina - precisa Rosario Duca -  (che non ha dato alcun riscontro), UNAR, MIUR, Polizia postale e Rettore Università di Messina, al quale abbiamo chiesto ed ottenuto un incontro il 20 aprile.  Il Rettore, nel solco della storia dell’ateneo messinese, da sempre sensibile alle questioni legate all’identità di genere ed all’orientmento sessuale, ha accolto le nostre rimostranze e garantito l’impegno del Comitato Etico in merito alla vicenda".

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