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Cronaca

“Facciamo saltare il catenaccio?”, il Comune si riappropria del parco Aldo Moro

L'Istituto nazionale di vulcanologia ha rinunciato alla clausola che prevedeva la possibilità di tornare in possesso dell'area con un mero preavviso di sei mesi. Ora entrerà nel piano di Forestazione urbana

“Facciamo saltare il catenaccio? Non è parente mio…”. Non c’è stato bisogno di prendere la motosega per riaprire il Parco Aldo Moro, il polmone verde sulla Circonvallazione. Il sindaco di Messina Cateno De Luca ha utilizzato le chiavi “restituite” al Comune dall’Istituto nazionale di vulcanologia che aveva nella sua disponibilità l’area dal 1949, quando Palazzo Zanca la cedette gratuitamente all’Ingv per realizzare un centro d’eccellenza che non ha mai visto la luce.

Settantadue anni dopo, 14mila metri quadrati tornano nella piena disponibilità del Comune grazie anche all’intermediazione dell’Università di Messina, dopo una parziale restituzione nel 2017.

A ricostruire le tappe e spiegare i nuovi obiettivi in diretta facebook, il sindaco con la squadra di Messina Servizi.

Nel 2017 il Parco Aldo Moro, infatti, era tornato parzialmente in mano al Comune di Messina, il cui intento è quello di restituirlo alla cittadinanza con la creazione di un parco urbano grazie alla concessione in comodato gratuito di una parte del polmone verde per una durata di 29 anni. Ma una clausola prevedeva che l’Istituto di vulcanologia avrebbe potuto rientrare in possesso in qualsiasi momento con un mero preavviso di sei mesi. 

La clausola è stata ora cancellata. “Abbiamo rivisto i termini del contratto grazie anche al segretario generale Rossana Carrubba e pertanto oggi entreremo in possesso di quest'area inserendola nel programma finanziario di Forestazione urbana”.

La Carrubba ha anche anticipato l'intenzione dell'Ingv di tornare comunque ad operare a Messinaquando saranno completati i lavori, per riprendere l'attività scientifica nell'unico immobile all'interno del Parco che resta nella loro disponibilità.

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