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Cronaca

Processo per la morte di Provvy Grassi, chiesta una nuova perizia

Alla "vigilia" della sentenza del processo d'appello per l'incidente che costò la vita alla 27enne. In primo grado condannati tre funzionari del Cas

Si allungano i tempi per la sentenza che sembrava ormai imminente sulla morte di Provvy Grassi, la 27enne rimasta vittima di un tragico incidente avvenuto nel luglio del 2013. La sua auto volò dal viadotto Bordonaro finendo in una scarpata mentre il cadavere fu scoperto solo sei mesi dopo. 

La Corte d’appello di Messina presieduta da Bruno Sagone, dopo le requisitorie dell’accusa e su richiesta della difesa, ha deciso di nominare un perito, l’ingegnere Santi Mangano, per una nuova perizia tecnica sull’incidente.

In primo grado, per la morte della giovane erano state condannati per omicidio colposo i funzionari del Cas Maurizio Trainiti e Lelio Frisone (entrambi un anno) e Gaspare Sceusa a due anni. L’inchiesta puntò l’attenzione sulle condizioni di sicurezza dell’autostrada e gli interventi di manutenzione e controlli.

I giudici hanno anche riconosciuto il diritto al risarcimento in favore delle parti civili, difesi dagli avvocati Giuseppina Iaria, Andrea Florio e Roberta Mauro - i genitori Giovanni Grassi e Maria Pilato Barrara, la sorella Giovanna Grassi, al marito Giacomo Zinna e al fidanzato Fabio Lo Schiavo la cui determinazione e liquidazione viene rimessa alla separata sede civile, nonché al pagamento di una provvisionale in favore di Giovanni Grassi e Maria Pilato Barrara, i genitori della vittima, nella misura di 100mila euro - per ciascun genitore - che i tre condannati dovranno pagare in solido, oltre le spese legali. 

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