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Cronaca

Cannabis legale, il referendum rischia il "sabotaggio": sciopero della fame anche a Messina

Le firme digitali devono essere "accoppiate" con i certificati elettorali per essere certi che siano valide: e qui iniziano i problemi. La velocità della firma online cozza con la burocrazia tricolore. I comuni diffidati e l'appello a Mattarella

Sciopero della fame anche a Messina per salvare il referendum cannabis. Circa un quarto dei certificati elettorali chiesti ai Comuni per validare e certificare definitivamente le firme sul referendum per la cannabis non sono arrivati e il referendum rischia quindi "il sabotaggio" secondo il comitato promotore, che ha diffidato le 1400 amministrazioni inadempienti.

In una settimana era stata raccolta la quota minima di sottoscrizioni necessarie per il deposito del quesito in Cassazione. Il boom grazie alle firme digitali. Da tempo è stata quindi raggiunta la soglia delle 500 mila firme digitali, tramite Spid. Ma non finisce lì. Infatti le firme digitali devono essere "accoppiate" con i certificati elettorali per essere certi che siano valide, ovvero che chi ha firmato abbia diritto all'elettorato attivo. Il Comitato - composto da Associazione Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione, Antigone e dai partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani - ha inviato a tutti i Comuni italiani via Pec la richiesta di avere i certificati elettorali dei firmatari. Solo a quel punto sarà possibile depositare in Cassazione le firme. E la scadenza, per il referendum sulla cannabis, è fissata al 30 settembre. Per ora. 

Il Comitato chiede al Governo l'esenzione al 31 ottobre come data ultima per la consegna delle firme certificate e hanno rivolto un appello al presidente della Repubblica Mattarella per denunciare quella che considerano una vera e propria discriminazione.

A Messina sono 47 i comuni della provincia diffidati perchè non hanno risposto alla richiesta di invio dei certificati di iscrizione alle liste elettorali delle persone che hanno firmato per il referendum cannabis. (Alì, Basicò, Caprileone, Casalvecchio Siculo, Castel di Lucio, Castelmola, Castroreale, Cesarò, Falcone, Forza d'Agrò, Frazzanò, Furci Siculo, Furnari, Gaggi, Graniti, Itala, Leni, Letojanni, Limina, Lipari, Longi, Malfa,Malvagna, Mazzarrà Sant'Andrea, Merì, Militello Rosmarino, Mirto, Mistretta, Mojo Alcantara, Montalbano Elicona, Motta Camastra, Motta d'Affermo, Naso, Novara di Sicilia, Pace del Mela, Pagliara, Piraino, Roccafiorita, S. Marco D'Alunzio, S. Salvatore di Fitalia, S. Teodoro, Sant'Alessio Siculo, Savoca, Scaletta Zanclea, Spadafora, Terme Vigliatore, Venetico).

Dalla mezzanotte di domenica 26 settembre il comitato promotore è in sciopero della fame. A Messina  hanno aderito Palmira Mancuso, referente per Più Europa e l'associazione Luca Coscioni, la messinese Federica Di Cara e Antonio Lo Re, referente del comitato nella provincia tirrenica che terranno una conferenza stampa domani martedì 28 settembre alle 12  in Piazza Unione Europea davanti a Palazzo Zanca per fare il punto della mobilitazione insieme ad altri membri del comitato. Il 28 settembre è stata indetta una mobilitazione nazionale, con un presidio dalle 18 davanti al Governo (e ai Comuni).

“Confidiamo nell'intervento del Presidente Mattarella, massimo Garante della Costituzione, perché sia impedita una violazione della volontà di 600.000 cittadine e cittadini che hanno sottoscritto una richiesta di referendum per cancellare alcune norme della legge antidroga 309/90 – dichiara Palmira Mancuso - Non permetteremo alla burocrazia di sabotare questo referendum!“

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