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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

"Le dimissioni di Croce da consigliere comunale non sono valide", slittano anche i tempi per la surroga

Lo ha verificato stamani il presidente del Consiglio Nello Pergolizzi che dovrà scrivere all’ufficio legale da cui è stata inoltrata la Pec per chiedere di riformulare secondo le procedure previste dalla legge. Ecco perchè

Non sono valide le dimissioni da consigliere comunale di Maurizio Croce, l’ormai ex commissario contro il dissesto idrogeologico della Regione Sicilia Maurizio Croce, accusato di corruzione e finanziamenti illeciti, utilizzati anche per la campagna elettorale delle elezioni comunali del 2022, quando si era candidato alla poltrona di primo cittadino di Messina.

Lo ha verificato stamani il presidente del Consiglio Nello Pergolizzi che dovrà scrivere all’ufficio legale da cui è stata inoltrata la Pec e per conoscenza allo stesso Croce per chiedere di riformulare le dimissioni secondo le procedure previste dalla legge.

“Stamattina sono stati definitivi alcuni passaggi importanti – spiega il presidente Pergolizzi a MessinaToday - Ho provveduto a un ordine aggiuntivo per il consiglio comunale già convocato per lunedì alle 18. E’ stata inserita inatnto la presa d’atto della sospensione del collega Croce disposta dalla prefetta di Messina Cosima Di Stani. In merito invece alle dimissioni inoltrate da un legale a nome e per conto di Croce abbiamo rilevato che le modalità di trasmissione non rispondono ai requisiti di legge perché non offrono garanzia sulla veridicità stessa delle dimissioni che devono essere essere presentate o direttamente in Consiglio o trasmesse con Pec personale o per conto del consigliere da terzi ma con firma autenticata da un pubblico ufficiale. In questo caso la Pec che è arrivata da un avvocato di Agrigento non segue le procedure previste dalla legge e non posso dunque certificare che la firma sia effettivamente di Croce”.

Un passaggio che con molta probabilità fa solo slittare la presa d’atto della dimissioni “per motivi strettamente personali”, così come comunicato dall’esponente di Forza Italia sospeso dal partito dopo gli arresti, e di conseguenza la surroga, vale a dire la sostituzione con un altro consigliere avente diritto a subentrare all’ex candidato a sindaco.

Ma su quest’ultimo aspetto Pergolizzi - che aveva portato in aula i due atti propedeutici alla decadenza di Croce dopo l’infinita querelle che animava il dibattito politico tra incompatibilità, ineleggibilità e questione assenteismo - non si sbilancia ancora.

A rivendicare il posto che fu di Croce e che sembrerebbe spettare di diritto ad Alessandro Russo c’è infatti anche Sebastiano Tamà. “Il segretario generale non ha sciolto la riserva – spiega Pergolizzi - perché pensavamo che il problema non si ponesse nell’immediato. Sono in corso dunque ulteriori verifiche sulla normativa”.

Che comunque sembra pendere per Russo dal momento che in caso di rinuncia o dimissioni del candidato sindaco miglior perdente, il seggio va assegnato, “attraverso la regolare procedura della surroga, al candidato che segue immediatamente l’ultimo eletto nella lista che, tra quelle collegate al candidato sindaco miglior perdente dimissionario o non collegate, ha riportato il quoziente più alto fra quelli non utilizzati per l’assegnazione dei seggi”. E quel quoziente più alto, anche se in una lista non collegata, è di Russo, esponente del Pd che aveva ottenuto il quorum più alto tra le liste in corsa alle ultime amministrative e primo dei non eletti della lista De Domenico sindaco.

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