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Cronaca

Scuola senza banchi e ingressi contingentati, i consiglieri: “Troppe difficoltà, era meglio posticipare”

Orari non compatibili con le esigenze lavorative delle famiglie e gambe usate come piani di appoggio per mancanza di banchi. Le denunce di Gioveni e Laimo a pochi giorni dal rientro

Continuano ad infammarsi  le polemiche legate alla riapertura delle scuole in città.  Oltre alla spinosa questione del Verona-Trento che non sa ancora quando e se potrà riaprire i cancelli dell'istituto  di via XXIV Maggio, non mancano  le criticità evidenziate da alcuni consiglieri per altri  sedi che hanno riaperto i cancelli il 14 settembre.

A  cominciare da Libero Gioveni che sottolinea i primi disagi all'Istituto Comprensivo “Salvo D’Acquisto”, dove alcuni genitori si sono lamentati per le nuove disposizioni legate agli ingressi contingentati: "In particolare – scrive  Gioveni – comprendendo le ragioni del dirigente scolastico che nella stesura del suo documento tecnico per la ripartenza ha pianificato tutti gli orari e i luoghi di ingresso e uscita di tutte le classi dei vari plessi, si rilevano non poche difficoltà per tutti quei genitori entrambi lavoratori che si vedono costretti ad accompagnare i propri figli in orari del tutto in compatibili con il loro orario di lavoro.Infatti – prosegue il consigliere – diverse classi entreranno non solo alle ore 9,05 (un orario già di per sè limite rispetto a un normale orario di lavoro iniziale delle ore 8 o max 8,30) ma anche persino alcune alle ore 10,10". Il consigliere propone di trovare soluzioni alternative anche  in seno ad una nuova seduta della Commissione politiche scolastiche per venire incontro alle esigenze delle famiglie.

Se alcuni genitori si lamentano per gli ingressi contingentati  in orari poco consoni, altri per la mancanza di banchi a scuola, in alcune sedi infatti gli alunni sono costretti a scrivere e leggere sulle proprie gambe. In questo ultimo caso la denuncia arriva  dal consigliere della V Circoscrizione Franco Laimo, il quale ritiene che  a queste condizioni forse era meglio posticipare la riapertura. 

“La scelta di alcuni dirigenti scolastici di togliere tutti i piani di appoggio - scrive Laimo - in attesa che arrivino quelli nuovi, non considera assolutamente gli aspetti ergonomici e posturali, ed anche educativi, per un buon apprendimento e sviluppo psico motorio del discente.Il pensare di far scrivere i discenti chinati su se stessi sulle proprie ginocchia senza un piano d'appoggio può portare ad uno sviluppo disomogeneo della muscolatura e provocare non soltanto dolore e fastidio, ma anche determinare una minore flessibilità e l’atteggiamento di dorso curvo".

Il consigliere si sofferma su tutte le conseguenze che l’assenza di un piano da appoggio può determinare “si parla di una mancanza logistica pedagogica – scrive lo stesso- che va a sottovalutare, anzi a non considerare tutti gli aspetti ergonomici, soprattutto rivolti al mondo della scrittura. Nel caso del grafismo,  della scrittura,  l'ergonomia si occupa specificatamente di aspetti che appartengono all' ambiente fisico aspetti che riguardano la postura del soggetto in relazione alla didattica ed all'apprendimento in genere”.

Laimo condanna questa scelta che non consente una postura fisiologicamente e igienicamente corretta, sia in soggetti normodotati che in soggetti con difficoltà letto scrittura, come per esempio la disgrafia o problematiche relative all'attività fino-motoria  e oculo-manuale. 

“Questa 'mera' scelta didattica a livello logistico di eliminare totalmente un piano d'appoggio- continua Laimo- dunque un banco,  e preferire che i discenti scrivano chinati su se stessi,  sulle proprie ginocchia, dunque é altamente rischiosa e antipedagogica.L'apprendimento si lega alla automatizzazione di movimenti rapidi della mano precisi ed efficienti che permettono la fruibilità delle funzioni motorie esecutrici a supporto della scrittura come ausilio alla memoria ed allo studio in generale, un perfetto mezzo di comunicazione ma che senza il suo piano d'appoggio non può certamente esistere".  A parere di Laimo i criteri ergonomici non sono stati presi in causa da alcuni dirigenti scolastici, con il rischio di frammentare l'apprendimento.

 

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