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No alle politiche discriminatorie, Russo propone una integrazione allo Statuto comunale

Il consigliere comunale chiede di inserire all'articolo 4 un netto rifiuto a tutte le attività politiche e associative che si ispirano a regimi totalitari o comunichino comportamenti razzisti

Una proposta di deliberazione per richiedere la modifica dell'art. 4 dello Statuto Comunale, al fine di inserire - tra i valori ispirativi dell'azione politica del Comune di Messina - anche il contrasto e il divieto di forme di propaganda, politica, sociale ed associativa, che si ispirino ai regimi liberticidi e totalitari, come anche per tutte le azioni che siano mirate a discriminazioni di qualsiasi natura nei confronti delle minoranze sociali.

Alessandro Russo-2Più volte richiesta da associazioni di promozione sociale e soprattutto da ArciGay Messina, è stata presentata dal consigliere comunale Alessandro Russo (nella foto). Obiettivo è salvaguardare la tenuta democratica e valoriale della comunità messinese, rafforzando gli strumenti giuridici fondamentali della comunità onde porli espressamente a presidio di forme di tutela degli individui che rigettino inequivocabilmente le forme politiche liberticide “atteso - si legge nella proposta - che sono sempre più diffuse forme di organizzazione politica che espressamente si richiamano a prassi autoritarie o discriminanti nei confronti delle minoranze sociali” - sancire e rafforzare il principio”.

In sintesi, si tratta di inserire all’art. 4 dello Statuto del Comune di Messina, una nuova lettera “p” che recita nella maniera seguente: “Non consentire attività politiche o associative - che si svolgano attraverso azioni di propaganda pubblica con immagini, discorsi o rappresentazioni -  che si ispirino a qualsiasi regime totalitario e che per contenuti comunichino e propagandino idee volte a sostenere forme discriminazione di sesso, etnia, lingua, religione, opinioni politiche, disabilità, orientamento sessuale, identità di genere e di ogni altro tipo di discriminazione o che anche solo con parole o comportamenti possano ledere la libertà e la dignità dell’individuo, della collettività o di qualsiasi gruppo considerato minoranza”.

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