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Cronaca

E fu la luce, i ristoratori accendono le insegne: l'apertura simbolica aspettando regole certe

L'iniziativa dell'associazione per il 28 aprile e tanta voglia di ricominciare. Il sindaco De Luca: “Pronti a fare la nostra parte concedendo spazi a chi ha locali piccoli e non può permettersi il distanziamento sociale”. Le prospettive

Apriranno simbolicamente le loro attività per quindici/trenta minuti. Accenderanno le luci e le insegne, non il gas. Lo ha comunicato l’associazione dei ristoratori, una delle categorie martoriate dall’emergenza Coronavirus e maggiormente penalizzate dalla carenza di informazioni sulle modalità di ripartenza.

L’apertura “simbolica”, il 28 aprile è stata annunciata dal sindaco di Messina, durante la diretta facebook per fare il punto sulle novità legate all’emergenza. De Luca ha alzato i toni contro il governo per l’assenza ancora di regole chiare.

“Bisogna dire immediatamente le pre-condizioni per riaprire – ha detto il De Luca – il governo deve dire come prepararsi, tracciare un orizzonte, prendersi la responsabilità e stabilire un arco temporale, anche ampio, ma che possa mettere nelle condizioni di organizzarsi. Chi non ha coraggio di decidere non è degno di fare da guida. Non si può dire solo riaprite, ma occorre anche dire prima di riaprire sappiate che… Perchè devono poter scegliere e capire cosa gli conviene fare. Logiche che sfuggono a chi appartiene al partito del posto fisso - ha continuato De Luca - per loro  il 27 arriva sempre, per gli imprenditori no. E neanche per lle famiglie a loro collegati. Questo lo voglio dire perché oggi ho saputo dal presidente Salvo Puccio che i dipendenti dell'Amam hanno chiesto anche il buono pasto. Ma io dico, non consumano neanche le suola delle scarpe, lavorano da casa e vogliono pure il buono pasto. Evidentemente il coronavirus sta contaminando certe situazioni. Voglio precisare invece che non è così per tutti, tanti dipendenti comunali hanno prodotto più e meglio di quando stavano in ufficio”. 

Il sindaco ha continuano attaccando il governo che non aiuta neanche i comuni a pianificare il prorpio futuro e i propri interventi. “Il governo deve dire ai comuni che chi ha i soldi per potere esentare le attività imprenditoriali lo faccia. E noi lo faremo. Non solo, ma allo studio, oltre l’esenzione della Tari, che in questo momento nessuna legge mi autorizza, c’è anche l’ipotesi di dare spazio gratuito all’esterno a tutti quei ristoratori che hanno locali piccoli, che non hanno spazio adeguato per affrontare il distanziamento. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ad andargli incontro aprendo la città, a consentire a tutte le attività di potersi ampliare gratuitamente per cinque, sei mesi”.

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