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Cronaca Barcellona Pozzo di Gotto

Operazione antimafia, Di Stani: "Colpo decisivo alla criminalità"

Il plauso del prefetto dpo gli arresti che hanno decapitato i clan. Le reazioni del mondo politico e sindacale. Coldiretti: "Imprenditoria sana soffocata dalla malavita"

"I recenti successi ottenuti dalle forze dell'ordine e quest'oggi dall'Arma dei carabinieri premiano l'incessante attività di prevenzione e repressione condotta in questa provincia, a conferma di un valido modello operativo di presidio e tutela attuato sul territorio oltreché di un sempre massimo livello di attenzione dell'autorità giudiziaria e delle forze di polizia nel contrasto ai tentativi di riorganizzazione dei clan mafiosi disarticolati dalle tante operazioni di polizia condotte in quel territorio ad alta pressione della criminalità organizzata".

A dirlo è il prefetto di Messina, Cosima Di Stani, che ha rivolto un messaggio di "vivo compiacimento" al comandante provinciale dei carabinieri di Messina per "la brillantissima operazione" condotta questa mattina dai militari dell'Arma contro il clan dei barcellonesi. Ottantasei in tutto le misure cautelari nei confronti di altrattanti indagati, ritenuti responsabili a vario titolo, nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto e della vicina Milazzo, di numerosi reati tra i quali associazione di tipo mafioso, estorsione, scambio elettorale politico mafioso, trasferimento fraudolento di valori, detenzione e porto illegale di armi, incendio, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, con l'aggravante del metodo mafioso. Le indagini hanno consentito di ricostruire la struttura e gli attuali assetti della famiglia mafiosa barcellonese, consentendo di infliggere, "ancora una volta, un incisivo, ulteriore colpo alla criminalità organizzata dell'area tirrenica della provincia".

La pronta reazione e la sicura capacità di contrasto dimostrata contribuiscono - conclude il prefetto - a rasserenare la cittadinanza ed a rafforzare la fiducia della comunità locale nelle forze di polizia e nella magistratura". Il prefetto ha esteso il proprio "sincero apprezzamento" al procuratore distrettuale Antimafia di Messina, agli ufficiali e a tutti i militari dell'Arma che hanno "brillantemente" operato.

"Si è affermata la forza dello Stato"

Un plauso per l’operazione anche dal deputato messinese del MoVimento 5 Stelle Francesco D’Uva: “Rappresenta un duro colpo alla criminalità organizzata. Dimostriamo che lo Stato c'è e non darà tregua ai criminali e alle mafie. Siamo al fianco dei cittadini onesti, per liberare i territori dalla criminalità”, spiega D’Uva.

"Ancora conferme su quanto la provincia di Messina sia uno snodo delicato per gli affari mafiosi che hanno Barcellona come punto nevralgico – è l’analisi di Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi e presidente Onorario della Fondazione Nazionale Caponnetto, commenta l'operazione della Dda di Messina contro la mafia Barcellonese che ha portato all'esecuzione di 86 misure cautelari.  "Oggi, ancora una volta, si è affermata la forza dello Stato". 

Coldiretti: "imprenditoria onesta soffocata"

Sull’operazione anche l’intervento di Coldiretti che punta l’attenzione sul mercato dell’ortofrutta sottopagata agli agricoltori su valori che con i rincari energetici non coprono neanche i costi di produzione. “I prezzi arrivano a triplicare dal campo alla tavola anche per effetto delle infiltrazioni della malavita che soffoca l'imprenditoria onesta e distrugge la concorrenza e il libero mercato”, si legge in una nota a commento dell'operazione che ha decapitato i clan anche con l'accusa di aver esercitato un costante tentativo di infiltrazione nel settore della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli, attraverso l'acquisizione di imprese fittiziamente intestate o imponendone, con metodo mafioso, la fornitura dei prodotti. “Così facendo la criminalità non solo si appropria di vasti comparti dell'agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, approfittando anche della crisi causata dalla pandemia, ma- sottolinea la Coldiretti- compromette la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto indiretto di minare profondamente l'immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy. Le mafie- continua Coldiretti- operano attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, caporalato e truffe nei confronti dell'Unione europea. Ma- precisa Coldiretti- viene condizionato anche il mercato della compravendita di terreni e della intermediazione e commercializzazione degli alimenti stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati e ristoranti sviluppando un business criminale stimato- riferisce la Coldiretti- in oltre 24,5 miliardi di euro dall'Osservatorio Agromafie.... "Gli ottimi risultati dell'attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare- ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che- l'innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolosa la criminalità nell'agroalimenta... che per questo va perseguite con la revisione delle leggi sui reati alimentari elaborata da Giancarlo Caselli nell'ambito dell'Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali".

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