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Cronaca

Corruzione per favorire il recupero crediti, sequestrata una società messinese

Anche la città dello Stretto coinvolta nell'inchiesta della guardia di finanza. Emerse figure di lavoratori "infedeli": tra cui due impiegati dell'Inps. Avrebbero eseguito degli accessi informatici abusivi per favorire alcune imprese in cambio di soldi

Dipendenti dell"Inps corrotti per favorire delle società di recupero crediti e spregiudicati imprenditori disposti a pagare per avere informazioni delicate. Sono sedici le persone indagate nell’ambito dell'inchiesta “Interrogazione a sorpresa” condotta dalla guardia di finanza che ha eseguito un’ordinanza con cui il gip ha disposto il sequestro preventivo della ditta messinese Adr Group srl di via Santa Maria Alemanna, il cui titolare A.D. 45 anni risulta indagato. Provvedimento analogo anche per altre due imprese con sede a Palermo e Riccione, oltre a disponibilità finanziarie per circa 77 mila euro. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, corruzione, accesso abusivo alle banche dati, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio.

VIDEO | Informazioni riservate per favorire società di recupero crediti: "Le mandiamo in modo camuffato l'estratto conto Inps"

L’indagine, coordinata della Procura di Palermo, è nata da una segnalazione della funzione ispettiva della Direzione centrale delle risorse umane dell’istituto previdenziale e si è sviluppata attraverso due filoni investigativi. Il primo si è concentrato su un dipendente pubblico in servizio a Palermo che avrebbe eseguito 6 mila accessi abusivi per recuperare dati su circa 800 persone da cui le imprese coinvolte avrebbero dovuto recuperare dei crediti. A fronte del servizio, l’impiegato avrebbe incassato una somma totale di circa 17 mila euro.

L’altro filone ha riguardato invece la fase successiva all’allontanamento del dipendente, nel frattempo scoperto e sospeso dall’Inps. "In tale contesto - si legge in una nota - è emersa la figura di un dipendente del comune di Quartu Sant’Elena, in provincia di Cagliari, che risulterebbe aver compiuto numerosi accessi abusivi alle banche dati a lui in uso per lavoro così da fornire informazioni riservate su soggetti debitori, ottenendo in cambio denaro per circa 8 mila euro".

Contestualmente, dalle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo-Gruppo tutela spesa pubblica, è emerso che il titolare della società romagnola avrebbe avviato ulteriori contatti con una ditta di disbrigo pratiche di Messina e con un’altra di investigazioni private di Salerno. "Al riguardo - si legge ancora - sarebbe emersa la figura di un dipendente dell’Inps, questa volta della sede Napoli-Soccavo, che avrebbe reperito informazioni riservate tramite numerosi accessi abusivi ai sistemi informatici a favore della ditta peloritana ma anche di professionisti e dipendenti di società di consulenza amministrativa campani, ricevendo anche lui in cambio delle somme di denaro".

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