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Cronaca

De Luca torna a dare i numeri sul covid: "6 terapie intensive disponibili, se tutto va bene"

Il primo cittadino si difende dalle polemiche suscitate in seguito all'ordinanza che limita ulteriormente i provvedimenti regionali e ministeriali e denuncia ancora la situazione degli ospedali e dei contagi nelle scuole. Intanto Musumeci chiede ispettori

Mentre in città imperversano le polemiche sulle ordinanze sindacali che restringono ulteriormente i decreti ministeriali in materia di contenimento del contagio da coronavirus, il primo cittadino torna a sottolineare la carenza di posti in terapia intensiva per la città di Messina, scagliandosi con il direttore dell'Asp, Paolo La Paglia. "In attesa che i NAS facciano chiarezza sul quadro regionale, questa è la situazione attuale dei posti letto in terapia intensiva per i pazienti covid nella città e nella provincia di Messina: 6 posti disponibili, se tutto va bene. Non è stato facile tirare fuori i dati reali nei vari confronti con i vertici delle strutture sanitarie: tra posti attivati, attivabili, programmati... abbiamo riscontrato molta buona volontà e poca concretezza. Oggi anche i più strenui difensori della sanità locale cominciano a fare marcia indietro di fronte alla sostanziale saturazione dei posti effettivamente disponibili, sulla quale avevamo lanciato l'allarme tre settimane fa. Ad oggi, tra Policlinico e Papardo, a volerci credere, ci sono al massimo 10 posti letto immediatamente disponibili", ha scritto il primo cittadino sulla sua pagina facebook. E, secondo quanto afferma De Luca, la situazione non è delle migliori nemmeno in provincia. " Barcellona l'effettiva attivazione degli annunciati 2 posti letto è messa in dubbio dagli stessi rianimatori di quell'ospedale. I presunti 4 posti di Taormina ci sono e non ci sono, visto che i pazienti catanesi vengono ricoverati a Messina. Un gioco di numeri che appaiono, scompaiono e cambiano continuamente. Un gioco di prestigio per salvare l'onore del "potente" di turno", sottolinea. 

Una delle maggiori polemiche è stata quella legata alla chiusura per una settimana delle scuole, disposta dal sindaco che risponde al dato pubblicato dall'Ufficio scolastico riguardo il rapporto fra alunni contagiati e numero totale degli studenti. "La tabella che è stata pubblicata sui giornali è stata elaborata a seguito delle attività di indagini della polizia municipale effettuate su mia disposione perché l’Asp si è rifiutata di fornire i reali numeri sia al comune che ai dirigenti scolastici. Tale indagine e’ stata espletata nei giorni 18 e 19 novembre ed è sicuramente parziale ed incompleta: riteniamo che questi numeri non siano neanche il 50% della reale diffusone del Covid nelle scuole", scrive Cateno De Luca. " Il problema è che i dati reali dovrebbero essere comunicati dall'ASP con puntualità e costanza. Cosa che non avviene, provocando incertezza i tra i dirigenti scolastici e panico tra i genitori, oltre al pericolo di diffusione incontrollata del contagio. Il tracciamento dei casi è infatti il punto debole della sanità siciliana ed è uno dei motivi per cui siamo zona arancione", sottolinea De Luca. 

Intanto dopo la bufera sulle affermazioni del burocrate regionale pubblicate sul sito de La Sicilia, e l'intervento del ministro anche il presidente della regione Nello Musumeci insiste sulla necessità di una ispezione. "Abbiamo chiesto noi a Roma, ormai una settimana addietro, che si mandino dieci-cento ispettori per fare chiarezza sulla gestione dei numeri nella gestione dell'epidemia in Sicilia: non temiamo alcun controllo e mettiamo così fine a ogni tentativo di speculazione", ha detto il presidente. "Per noi leale collaborazione istituzionale significa questo. E come sa Boccia non ci siamo mai sottratti al rispetto di questo principio. Stiamo vivendo una terribile pandemia, un'emergenza sanitaria mondiale senza precedenti, nella quale salvaguardare vite umane dovrebbe essere in politica il primo impegno di tutti, anche in Sicilia, al di là delle appartenenze. L’appello all’unità d’intenti del capo dello Stato per noi è molto chiaro. Spero lo sia per tutti", ha concluso. 

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