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Cronaca Santo Stefano di Camastra

Madre e figlia impiccate, il criminologo: "L'omicidio-suicidio va dimostrato"

Carmelo Lavorino chiede di far "parlare" il più possibile i corpi. Da ricostruire gli ultimi istanti di vita della 14enne: "E' stata drogata e tramortita?". Intanto resta lo sgomento a Santo Stefano di Camastra

C'è ancora incredulità e sgomento a Santo Stefano di Camastra, paesino di poco meno di 5mila anime dove non ti aspetti succedano tragedie come quelle di Mariolina e Alessandra. Madre e figlia trovate impiccate nel tardo pomeriggio di sabato 29 maggio. Notti insonni anche per il personale dell'istituto regionale Ciro Michele Esposito, frequentato dalla ragazzina, definita da tutti una studentessa modello. La 14enne aveva seguito le lezioni fino allo scorso venerdì, per lei si era da poco concluso un periodo impegnativo culminato con la preparazione della tesina per gli esami di terza media. Come ricordano dalla scuola, anche la stessa Mariolina era fiera dell'impegno dimostrato dalla figlia, bravissima a disegnare e un rapporto normalissimo con compagni e docenti, come ribadito preside dell'istituto Calogero Antoci che ha respinto con decisione le voci sul bullismo.

La lettera prima del tragico gesto: "Porto con me anche Alessandra"

E della 14enne resta proprio un disegno, l'ultimo. Impresso su un foglio trovato accanto alla lettera con cui la madre Mariolina avrebbe motivato il folle gesto, chiedendo scusa al marito. Reperti sequestrati dagli investigatori che con una perizia accerteranno se quelle poche righe sono davvero state scritte dalla donna, ma sull'omicidio-suicidio non sembrano esserci dubbi. 

Il criminologo: "Si faccia chiarezza sugli ultimi istanti di vita di Alessandra"

Intanto, mentre si attende che la Procura dia il via libera per l'esame autoptico, sulla vicenda interviene il criminologo Carmelo Lavorino impegnato a risolvere il giallo di Caronia. Due fatti diversi, ma che in comune hanno la fine violenta di una madre con il proprio figlio con ancora tanti punti da chiarire. Lavorino sottolinea l'importanza di far "parlare" il più possibile i corpi che, secondo le prime ricostruzioni, sarebbero stati trovati a poca distanza dalla morte. "Spero che - dichiara l'esperto -siano analizzate tutte le tracce all'interno della scena e sui corpi, le tracce telematiche, di contatto e di conversazione delle due vittime con chiunque, i loro profili social e di comunicazione, il posizionamento spaziale e temporale di ogni soggetto della vicenda. Se è vero che i due corpi sono stati trovati impiccati è doveroso che per dimostrare lo scenario dell'omicidio-suicidio si dovranno risolvere i seguenti quesiti: in che modo e con quale organizzazione personale e strumentale la madre ha impiccato la figlia? In che modo l'ha disattivata, tramortita e/o resa incosciente per poi ucciderla? Come ha fatto a sollevarla per continuare la macabra opera di figlicidio? Come mai la ragazza non ha opposto resistenza?

Il racconto del padre: “Quel giorno volevo portare Alessandra dalla nonna”

Lavorino prosegue con gli interrogativi. "Cosa ci dicono le tracce sui mezzi costrittori? Qual è l'origine di tali strumenti? Sono tali da provare l'attività omicida della madre o possono rivelare una messinscena? Tutto quadra? Vi sono incongruenze o contraddizioni? Ovviamente le attività medico-legali e forensi saranno indispensabili per risolvere il caso, oltre a quelle dell'investigazione scientifica, dell'analisi delle tracce e della classica e insostituibile “immediata indagine sul campo verso tutte le direzioni”. Sarà indispensabile anche una seria e indipendente analisi criminologica dell'evento "senza guardare in faccia a nessuno". Naturalmente il marito sarà attenzionato, e mi auguro che venga trattato con rispetto da tutti. Mi auguro che non si verifichino infausti innamoramenti del sospetto e della tesi, intuizioni sbagliate, sviste e omissioni investigative. Sicuramente gli Inquirenti e la Procura metteranno a tacere gli avvoltoi, gli sciacalli e gli avvoltoi del "gratuito sospetto", e le Erinni di sventura e delle maldicenze".

Lavorino auspica infine che "non vi siano stati inquinamenti e contaminazioni della scena del crimine, che vi sia uno studio approfondito e freddo delle due vittime verso tutte le direzioni del loro vissuto, che l'analisi della lettera sia effettuata in modo totale, sistemico e professionale per fugare ogni dubbio di genuinità e di non costrizione".

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