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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

La mafia dei Nebrodi continua ad arricchirsi con i fondi Ue, tre pentiti dietro la nuova ondata di arresti

A quattro anni dalla prima maxi operazione Nebrodi, scatta la fase due con 37 ordini di custodia cautelare. Gli inquirenti hanno documentato anche attività estorsive in danno di un’impresa calabrese impegnata nei lavori di realizzazione del metanodotto nel fiume tra i Comuni di Mistretta  e Santo Stefano di Camastra

A quattro anni dalla prima maxi operazione Nebrodi, scatta la fase due con 37 ordini di custodia cautelare. I provvedimenti eseguito oggi a Tortorici e nelle Province di Siracusa, Enna, Rovigo, Catania e Gorizia, sono in prosecuzione proprio con gli esiti dell'operazione Nebrodi  che nel 2020 aveva fatto luce sulla fitta interconnessione di interessi criminali sui fondi europei e che aveva condotto all’arresto oltre 100 soggetti, per 91 dei quali i Giudici del Tribunale di Patti nel 2022, ad esito del processo di I grado, hanno emesso sentenza di condanna per complessivi 600 anni di reclusione.

Tra qualche settimana inizierà il processo di secondo grado davanti alla Corte d’Appello di Messina ma nel frattempo scatta la nuova inchiesta. La Distrettuale antimafia, carabinieri, finanza, polizia e la squadra mobile di Messina che hanno nuovamente puntato l'attenzione sulla rete mafiosa del gruppo  dei Batanesi e della famiglia dei Bontempo Scavo. 

Così tutti i nomi degli arrestati

I 37 soggetti raggiunti oggi dai provvedimenti cautelari sono, appartenenti o indiziati di appartenere alla famiglia mafiosa “tortoriciana”, e devono rispondere a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione dedita alla coltivazione/acquisto/detenzione/cessione e al commercio al minuto di sostanza stupefacente di vario tipo, estorsioni, trasferimento fraudolento di valori, truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso, riciclaggio e autoriciclaggio, malversazioni di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.

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I reati fine (ad eccezione di quelli di falso e malversazione di erogazioni pubbliche) sono aggravati ai sensi dell’art.416.1 bis c.p. poiché commessi avvalendosi delle condizioni previste dall'articolo 416 bis c.p. ovvero al fine di agevolare l'attività dell’associazione di stampo mafioso c.d. dei “tortoriciani”, nella sua articolazione del gruppo dei “Bontempo Scavo” e del gruppo dei “Batanesi”, operante a Tortorici e sulla fascia tirrenica della Provincia di Messina.

La nuova indagine s'è avvalsa anche delle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, già appartenenti al gruppo mafioso dei “Batanesi”, che ha consentito di ricostruire, l’esistenza di un’associazione operante secondo i canoni mafiosi della “famiglia tortoriciana”, finalizzata – mediante la forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo – a commettere una indeterminata serie di delitti, contro il patrimonio, tra cui estorsioni e truffe aggravate perpetrate a danno dell’Unione Europea e dell’AGEA, nonché al controllo in modo diretto o indiretto, di attività economico/imprenditoriali.

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Ma anche l’esistenza e l’operatività di un’associazione dedita alla coltivazione, all’acquisto, alla detenzione, alla cessione e al commercio al minuto di sostanza stupefacente, attiva sul versante tirrenico della Provincia di Messina, tra Tortorici, Sinagra, Capo d’Orlando e Rocca di Capri Leone oltre le numerose truffe ai danni dell’Agea per ottenere con modalità fraudolente di contributi comunitari, garantendosi, in tal modo, un canale di finanziamento estremamente redditizio.

Gli inquirenti hanno documentato anche attività estorsive in danno di un’impresa calabrese impegnata nei lavori di realizzazione del metanodotto nel fiume tra i Comuni di Mistretta  e Santo Stefano di Camastra che sarebbe stata costretta a consegnare la somma di euro 4.000 in occasione delle festività di Natale e Pasqua di ogni anno, a partire dall’anno 2015 e sino al 2018, nonché in danno di soggetti privati al fine di accaparrarsi terreni agricoli da destinare al pascolo.

Nel dettaglio sono state eseguite 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere 2 agli arresti domiciliari e 14 ordinanze interdittive della sospensione dall’esercizio di attività imprenditoriali che legittimino la presentazione di istanze di contributi comunitari o statali.

Contestualmente sono stati sequestrati 349 titoli AGEA, definiti “tossici” poiché acquisiti fraudolentemente e del sequestro, anche per equivalente, di somme superiori a 750.000 Euro da prelevare sui conti di 8 società, derivanti dalle truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni riguardanti le campagne agricole 2015-2020.

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