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Cronaca

Trentasei anni fa l'omicidio dell'avvocato Nino D'Uva: "Sua moralità ancora fonte di ispirazione"

Il ricordo del nipote Francesco D'Uva, parlamentare dei 5 Stelle. "Sua uccisione per dare un segnale a tutti gli avvocati nel maxiprocesso che si celebrava in quei giorni, ritenuti troppo morbidi nella difesa".

Sei maggio 1986, Messina. Palazzo D’Alcontres, via San Giacomo. Un solo colpo di pistola calibro 7,65 per assassinare nel proprio studio l’avvocato Nino D’Uva, poco più che sessantenne.
Molti anni dopo un pentito di mafia racconta che il penalista venne condannato a morte “per intimorire gli altri legali, giudicati troppo molli dalla criminalità organizzata”. A sparargli contro è Placido Calogero (all’epoca 19 anni), su mandato del boss Gaetano Costa, detto “Facci i sola”.

A ricordarlo oggi è il nipote Francesco, parlamentare 5 Stelle e questore della Camera dei Deputati.  "Io non ho avuto l’opportunità di conoscerlo - spiega l'esponente politico -  ma i racconti e le storie raccontate da mio padre e da mia zia su di lui continuano a tenerne viva la memoria in me e nelle nuove generazioni. Mio nonno era uno dei penalisti più noti di Messina, sapeva fare bene il suo lavoro ed era molto stimato. Era un grande professionista, ma anche un uomo di cultura, appassionato di pittura, teatro e musica. Alla base della sua uccisione, la volontà delle cosche di dare un segnale a tutti gli avvocati nel maxiprocesso che si celebrava in quei giorni, ritenuti troppo morbidi nella difesa.La rettitudine morale e professionale di mio nonno è ancor oggi di grande ispirazione agli avvocati della nostra città, che continuano a raccontarne l’esempio di vita grazie alle iniziative che periodicamente organizzano, come i giovani avvocati che nel 2006 hanno fondato l’associazione culturale forense che porta il nome di mio nonno, associazione Avv. Nino D’Uva e che ogni giorno si impegnano per diffondere i valori di giustizia e legalità. A loro va il mio ringraziamento.  Li ringrazio, non solo perché mantengono vivo il ricordo di mio nonno, trasmettendone le qualità professionali e il suo esempio di vita, ma anche per fare di questo ricordo occasione di impegno quotidiano contro le mafie e per la legalità nella nostra città”.

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