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Cronaca

Gioco e scommesse illegali, sequestrati beni per oltre 10 milioni all'imprenditore La Valle

L'operazione della guardia di finanza condotta anche grazie ai testimoni. L'uomo è considerato figura di spicco del clan Mangialupi sottoposto a sorveglianza speciale. Confiscati conti corrente e aziende

Maxi sequestro della guardia di finanza nei confronti del noto imprenditore Domenico La Valle, sottoposto a sorveglianza speciale per 5 anni. Le Fiamme Gialle hanno messo sotto chiave beni per oltre dieci milioni di euro al termine dell'operazione denominata Last Beat.

La complessa attività investigativa - disposta dalla Direzione Distrettuale Antimafia peloritana - trae origine da mirati approfondimenti sviluppati dagli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Messina, con specifico riferimento al redditizio settore del gioco e delle scommesse illegali. 

Proprio in tale ambito, le Fiamme Gialle messinesi acquisivano come Domenico La Valle risultasse tra gli elementi apicali di un’importante quanto strutturata consorteria mafiosa, egemone nella zona sud di Messina, dedita al sistematico ricorso a metodi violenti per imporre, anche con atti estorsivi, la propria posizione di monopolio nello specifico settore, notoriamente di interesse delle mafie. 

Nel merito, dopo una minuziosa ricostruzione storica del profilo soggettivo del La Valle, anche valorizzando i numerosi procedimenti penali in cui risultava coinvolto sin dalla fine degli anni ’90 (da cui invero usciva assolto), venivano rilette in un’ottica nuova le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, attestando come il medesimo avesse acquisito il ruolo di riferimento del clan Trovato del rione “Mangialupi” di Messina nella gestione delle bische clandestine, nonché nella distribuzione dei videopoker. Dopo la disgregazione dell’originaria compagine associativa per via della carcerazione dei capi e del percorso di collaborazione con la giustizia intrapreso da altri, La Valle assumeva un controllo pressoché esclusivo delle attività illegali della famiglia, costituendone il punto di riferimento “imprenditoriale” e facendo da contraltare al ruolo “operativo” ricoperto dai fratelli Trovato. 

dopo circa due anni di indagini, nel febbraio 2018, poi confermata in appello a gennaio 2019, interveniva sentenza di condanna a 13 anni di reclusione per associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, violenza privata, gioco d’azzardo, reati fiscali, usura e lesioni.

In altre parole, le investigazioni disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina ed eseguite dai militari del G.I.C.O. documentavano come, nonostante le diverse assoluzioni,  La Valle risultasse figura di rilievo nel panorama mafioso cittadino, in grado, da un lato, di imporre la collocazione delle apparecchiature presso gli esercizi commerciali della zona, dall’altro, garantire agli esercenti accondiscendenti di poter godere della connessa protezione mafiosa del clan. 

Emergevano, in altri termini, una pluralità indefinita di comportamenti criminali indicativi di un profilo du La Valle  di soggetto socialmente pericoloso, ma anche una significativa disponibilità di risorse finanziarie, anche rese accessibili agli esponenti del clan, in assolvimento del suo ormai accertato ruolo di “cassiere”.

Proprio tali qualificazioni consentivano ai Finanzieri, quindi, su delega della Procura della Repubblica di Messina, di avviare mirate investigazioni economico - patrimoniali, tese a quantificare e conseguentemente aggredire l’enorme patrimonio riferibile al La Valle, non giustificato dai redditi leciti dichiarati al fisco, anche avvalendosi dell’apporto di fidati prestanome, ovvero schermando la proprietà immobiliari attraverso propri familiari.

In sintesi, le investigazioni complessivamente svolte – abbraccianti un periodo di un trentennio - restituivano una situazione di assoluta assenza di uniformità nel rapporto reddito/patrimonio, consentendo al Tribunale di Messina – Sezione Misure di Prevenzione, di disporre l’odierno provvedimento di confisca relativamente a 6 aziende, operanti nel settore del noleggio delle apparecchiature da gioco, della rivendita di generi di monopolio e del settore della produzione e vendita di prodotti dolciari, 19 unità immobiliari, 2 autovetture, 1 gommone e svariati conti correnti, per un valore complessivo di stima di oltre dieci milioni di euro.

L’attività svolta, in conclusione, testimonia il grande impegno dell’Autorità Giudiziaria e della Guardia di Finanza messinese nel delicato settore del contrasto alle organizzazioni criminali, vieppiù di matrice mafiosa, con conseguente aggressione degli enormi illeciti patrimoni accumulati, prima sottoposti a sequestro ed ora sottoposti a confisca, così restituendo alla collettività e all’imprenditoria onesta significativi spazi di legalità.

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