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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Lavorano per la giustizia ma sono precari da trent'anni e li pagano 7 euro l'ora, scatta lo sciopero

Anche Messina sarà protagonista della protesta nazionale. L'appuntamento grazie all’iniziativa di Cgil, sulle panchine tematiche del marciapiede antistante il Palazzo di Giustizia

Precari da più di 30 anni e pagati 7 euro l'ora. Sono lavoratori essenziali per il funzionamento della giustizia, ma - pur essendo impiegati per conto dello Stato - non hanno alcun diritto e sono inquadrati con un contratto del tutto inadeguato: sono i verbalizzatori di atti processuali, in tutto circa 1.500 dipendenti, con mansioni di fonici, trascrittori, data entry e stenotipisti forensi, impiegati in appalto dal ministero della Giustizia e che si occupano del servizio di fonoregistrazione e trascrizione delle prove testimoniali dei procedimenti penali, in tutti i tribunali d'Italia. Per questo è stato indetto uno sciopero per le giornate di martedì 19 e mercoledì 20 marzo.

Anche Messina sarà protagonista dello sciopero nazionale: appuntamento domani (martedì 19 marzo), grazie all’iniziativa di Cgil Messina e Cgil Filcams Messina, sulle panchine tematiche del marciapiede antistante il Palazzo di Giustizia, dalle ore 10.30 alle 12.30, in contemporanea alla protesta nazionale. 

“Ancora nessuna risposta” è lo slogan scelto per la manifestazione per lanciare un messaggio forte e chiaro al Ministero della Giustizia, accusato di stare “ancora in silenzio” di fronte alle problematiche che affliggono da anni questa categoria specifica di lavoratori e lavoratrici: “Vogliamo rispetto e dignità - spiega la segretaria generale di Cgil Filcams Messina Giselda Campolo - come scritto nel manifesto dell’iniziativa, questo deve concretizzarsi da parte del Governo in una serie di azioni chieste da anni, cioè l’internalizzazione di chi lavora in questo comparto, un tavolo permanente con cui poter contrattare modalità e tempi del processo di internalizzazione, un percorso di formazione che fornisca una certificazione, erogata dal Ministero, della professionalità degli addetti e garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali e salariali nell’appalto”.  

Questi lavoratori infatti al momento non hanno nessun tipo di garanzia occupazionale: “Sono sospesi tra un progetto di internalizzazione che stenta a partire – evidenzia il segretario generale Cgil Messina Piero Patti - e nessuna assicurazione sul mantenimento dei livelli occupazionali nella gara d'appalto che dovrebbe essere bandita nelle morae della internalizzazione, alla luce delle novità introdotte dalla riforma Cartabia”. 

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