A Rometta un’aula consiliare alle vittime di mafia, Merlino: “Combattere le zone grigie partendo dai giovani”
I nomi delle 970 vittime incise sulle pareti e un luogo di memoria per le nuove generazioni con pannelli e installazioni. Probabile inaugurazione a ottobre con Don Luigi Ciotti
“La mafia uccide il silenzio pure”, parte dalla celebre frase di Peppino Impastato, divenuta un simbolo della lotta alla mafia, il progetto sulla legalità di Rometta capitanato dal sindaco Nicola Merlino.
Dopo l’intitolazione di piazza Stazione a Graziella Campagna nei primi cinque anni di operato , il primo cittadino rieletto nel comune messinese scende ancora una volta in campo con un’iniziativa dal forte significato simbolico soprattutto per le nuove generazioni: “Questa volta intitoleremo un’aula consiliare della delegazione del Comune di Rometta Marea alle vittime di mafia. Un fatto emblematico che vuole sottolineare l’impegno nella buona amministrazione e nella legge", afferma Merlino.
Non si tratta di una semplice intitolazione ma della realizzazione concreta di un luogo della memoria . Sulle sue parati sono stati incisi dai concittadini ma soprattutto dagli alunni delle scuole medie di Rometta i nomi delle 970 vittime conosciute dal '70 ad oggi, spazio anche alle celebre frasi di chi ha pagato con la vita questa lotta e non mancheranno installazioni artistiche con le figure più incisive.
Un lavoro di mesi frutto del team costituito dalla professoressa Provvidenza Munafò, dall’architetto Giuseppe Scibilia, da Angela Saia, dall’assessore Salvatore Ruggeri e dall’ingegnere Nicola Cannata che hanno collaborato a stretto contatto con il sindaco.
“Se facciamo finta di niente siamo conniventi con chi fa parte dell’habitat mafioso, l’importante- continua il sindaco-è fare capire ai ragazzi che la libertà è preziosa e va custodita, ma questa è continuamente messa in discussione dal malaffare. La mafia è un cancro bruttissimo e bisogna tenere lontani tutti quelli che rappresentano l’ambiente naturale in cui si annida”.
L’aula dovrebbe essere pronta tra un mese: “Covid permettendo l’aula dovrebbe essere inaugurata a ottobre. Sarà presente Don Pio Luigi Ciotti colui che ha iniziato questa battaglia e grazie al quale il 21 marzo si celebra la giornata della Memoria. Noi ogni anno in questa data all'interno dell'aula leggeremo i nomi delle vittime e dedicheremo un momento per non dimenticare chi ha dato la sua vita per la mafia",conclude Merlino.
Una stanza del ricordo questa che è stata progettata e realizzata durante il lockdown da Provvidenza Munafò artista e docente di Arte e Immagine : “Insieme al gruppo di lavoro- aggiunge la Munafò- abbiamo voluto dar vita ad una progettazione dal forte impatto visivo. Importante è stato il coinvolgimento dei ragazzi erano molto emozionati quando scrivevano i nomi sulle pareti e spesso incuriositi chiedevano la storia di quelle persone”.
Un lavoro cominciato a gennaio e quasi in dirittura d’arrivo che vedrà nell’area dei pannelli addossati al muro dove su ogni mattonella sono incisi i nomi e la date delle vittime in ordine cronologico, fra le due pareti ci saranno due pilastri a tutto tondo con le citazioni di chi ha avuto a che fare in qualche modo con la mafia e con due canzoni “Ciuri di campo” dedicata dai compagni a Peppino Impastato e quella scritta e cantata dai Malanova: “Chiddu chi manca”.
Nella prima parete il collante del progetto la scritta: “La mafia uccide il silenzio pure” e le tre opere raffiguranti Pierluigi Mattarella, Borsellino e Falcone con i loro volti ma anche con le raffigurazioni di alcuni momenti della strage dove sono stati coinvolti. Ci sarà anche una parete con le impronte di chi ha partecipato per dire no a questa piaga. Prima del fondale, nel quale sarà rappresentato un faro, ci sono i nomi di due donne vittime di mafia Graziella Campagna e Rita Atria dalla quale prenderà il nome l’aula. La scelta del pannello finale: un faro nella notte con due raggi di sole si veste di speranza : “Come per i naviganti che guardano il faro e seguono la via , gli insegnamenti di Mattarella , Borsellino e Falcone sono la direzione giusta da seguire. L’obiettivo finale è non dimenticare affinché il fenomeno venga combattuto soprattutto dalle nuove generazioni".