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Cronaca

A processo per Vilipendio, De Luca: “Grazie signor ministro ma non accetto compromessi di Stato”

Il sindaco attribuisce l'autorizzazione a procedere all'opposizione presentata al tar del Lazio. E sugli Interni insiste: “Difensore del sistema di controlli farlocchi sullo stretto”

“Grazie signor ministro della Giustizia per aver assecondato il capriccio della ministra degli Interni luciana Lamorgese: processare l’impertinente sindaco di Messina Cateno De Luca per il delitto di lesa maestà”.

Non si  è fatta attendere la replica del sindaco di Messina dopo la notizia dell’autorizzazione a procedere per reato di vilipendio.

All’origine, le dirette facebook del sindaco che ha utilizzato toni forti durante il lockdown sulle misure per l’attraversamento nello Stretto. A ricostruire la vicenda è lo stesso De Luca con un post in cui ribadisce la sua presa di posizione rispetto l’annullamento della banca dati che prevedeva una serie di passaggi e registrazioni per chi arrivava in Sicilia dalla Calabria.

Secondo De Luca “probabilmente” non ci sarebbe stato alcun processo se la giunta, con delibera n. 260 del 12 giugno, non avesse conferito l’incarico agli avvocati Carlo Taormina e Angelo Clarizia per impugnare innanzi al Tar Lazio il decreto del presidente della Repubblica che ha avallato la decisione del consiglio dei ministri di annullare l’ ordinanza che introduceva dall’8 aprirle scorso stringenti controlli per l’attraversamento.

“Appresa la notizia della mia opposizione – scrive De Luca -  la ministra Luciana Lamorgese è andata su tutte le furie e così il povero ministro della Giustizia non ha avuto scelta ed ha dovuto concedere l’autorizzazione alla Procura della Repubblica di Messina di processarmi per il reato di vilipendio perché avevo osato mandare a fare in c... il ministero degli interni autore e difensore del sistema di controlli farlocchi sullo stretto di Messina”.

Un processo che non sorprende più di tanto il sindaco che tiene a ribadire come  era stato lui stesso a invocare. “Ai miei detrattori a Roma – conclude il sindaco – ricordo che già il 3 aprile avevo chiesto di essere processato, perché non accetto compromessi di Stato. A seguito della richiesta della Procura al ministro Bonafede per procedere nei miei confronti, chiesi pubblicamente di andare in tribunale per dimostrare – con le carte in mano – che non si stavano facendo i conti solo con il Coronavirus, ma anche con la malaburocrazia e certi politici allo sbaraglio. Pertanto, ringrazio per avere ascoltato la mia richiesta. Al ministro Lamorgese ricordo il seguente versetto biblico: ‘Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”.

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