Violenza sessuale quando aveva sette anni, condannato il “caro amico di famiglia”

Nove anni e interdizione perpetua dai pubblici uffici nonché dai luoghi frequentati dai minori, interdizione di tutore e curatore e risarcimento alla parte civile da liquidarsi in separata sede e una provvisionale di diecimila euro.

E’ la condanna inflitta dal giudice Adriana Sciglio (a latera Arianna Raffa e Concetta Maccarrone) a 42enne messinese accusato di violenza sessuale nei confronti di una bimba che all’epoca dei fatti aveva sette-nove anni.

L’uomo era un amico di famiglia. Una frequentazione assidua tra lui e i genitori della piccola feceva sì che  quasi tutte le sere si ritrovassero insieme a cena, a giocare a carte a casa di lui e della nonna dell’uomo. Un legame saldo andato avanti per tanto tempo, tanto che per la piccola lui era lo “zio”. Ed è durante quelle serate che l’uomo avrebbe approfittato di lei.

Una storia che forse sarebbe rimasta sepolta per sempre nella mente della piccola se un altro episodio di violenza da parte di un ragazzo non l’avesse turbata al punto da affidarsi a uno psicoterapeuta.

Ed è durante una seduta dall’analista che la ragazzina racconta quanto accaduto anni prima confessando che nulla era quell’episodio di libidine rispetto a quanto fatto insieme a quello “zio” orco che la obbligava a rapporti orali e masturbazioni per un periodo di circa due anni, fino a giugno del 2013.

Da lì la segnalazione alle autorità competenti e l’indagine su fatti accaduti sette anni prima che hanno avuto alla base solo la testimonianza della ragazzina perché inizialmente nessuno dei parenti ha creduto alla sua versione e nessuno ha mai confermato in aula di aver mai visto o di aver avuto sospetti su quanto accadeva in quella casa.

L’uomo è difeso dall’avvocato Pietro Fusca mentre la parte civile è stata assistita dall'avvocato Salvatore Carroccio. Il Pm aveva chiesto 12 anni di reclusione.