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Economia

Il coronavirus uccide l'economia: in tre mesi a Messina 833 imprese cessate

Il monitoraggio della Camera di Commercio tra gennaio e marzo 2020. Solo 741 le nuove società iscritte: "Il valore più basso dal 2014". Ma dal prossimo trimestre la situazione è destinata a peggiorare

Il primo timestre 2020 si è rivelato nero per l'economia messinese. E l'emergenza coronavirus, scoppiata a fine febbraio, ha dato il colpo di grazia ad un settore che sconta già evidenti criticità.

Secondo uno studio dell'ufficio Statistica della Camera di Commercio, da gennaio a marzo 2020 sono state ben 833 le cessazioni di imprese. Un numero inequivocabile, destinato ad aumentare nei prossimi mesi, considerando che il monitoraggio non tiene conto dei dati di aprile. 

Ma non fa ben sperare neanche il numero di nuove iscrizioni nei registri di piazza Cavallotti. Nei primi tre mesi dell'anno, infatti, sono nate solo 741 imprese. Si tratta del dato più basso dal 2014, come precisato dal segretario generale Paola Sabella.

"Quanto è stato posto in essere - spiega - per contenere la diffusione del Coronavirus non potrà che aggravare la già delicata situazione. Pur se gli effetti ancora non emergono pienamente da questa prima fotografia sull’economia messinese, certamente saranno molto più visibili già dal prossimo trimestre. Un’emergenza economica a cui dobbiamo far fronte immediatamente e che dobbiamo assolutamente circoscrivere per evitare il collasso economico della nostra imprenditoria".

La crisi deve ancora toccare il suo picco e le previsioni del presidente Ivo Blandina sono tutt'altro che rosee. "Il dato è drammaticamente destinato a crescere – afferma Ivo Blandina – perché le misure introdotte per il contenimento degli effetti della crisi sulla nostra economia sono, evidentemente, insufficienti e tardive. Se non verranno introdotte misure immediate ed efficaci, una vera e propria terapia d’urto, il tracollo delle imprese di alcuni settori, primo fra tutti il turismo, trascinerà anche gli altri comparti in una prospettiva di recessione e desertificazione gravissima, con conseguenze pesantissime sui livelli occupazionali e sui consumi e con preoccupanti riflessi sugli indici di povertà e di disagio sociale. Il continuo monitoraggio dei dati verrà da noi condiviso con tutti gli attori istituzionali per gli indispensabili rimedi correttivi sulla finanza regionale e nazionale, a sostegno del nostro tessuto produttivo".

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