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Economia

Ponte sullo Stretto, rischi ambientali ma trasporti più veloci (forse): pro e contro dell'opera

Il governo Meloni ci punta, Matteo Salvini ne vuole fare una bandiera: ma si è capito se serve davvero il ponte sullo Stretto di Messina? Cosa sappiamo finora

Il governo Meloni vuole realizzare il ponte sullo Stretto di Messina e Matteo Salvini, da ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, ci tiene a mettere la firma sull'opera. L'idea di un attraversamento stabile tra Sicilia e Calabria torna ciclicamente di moda, ma da quando si è insediato il governo guidato da Giorgia Meloni il ponte sullo Stretto è entrato stabilmente nel dibattito pubblico, anche grazie ai rilanci del ministro Salvini che ne sponsorizza la costruzione. Il decreto Ponte è diventato legge, ma mancano ancora diversi passaggi prima di riuscire a posare la prima pietra dell'opera, a partire da quanto costerà. In più, ci sono parecchie domande lasciate senza risposta, ad esempio riguardo i pro e i contro: quali sono i rischi e i benefici di un ponte sullo Stretto di Messina?

Quale progetto del ponte

Il progetto di riferimento del ponte sullo Stretto di Messina è stato realizzato nel 2011 dal consorzio Eurolink. Si tratta di un ponte sospeso con una lunghezza complessiva di 3.666 metri e oltre 60,4 metri di larghezza, con due coppie di torri di quasi 400 metri di altezza da posizionare in Sicilia e in Calabria, a cui agganciare due coppie di cavi per il sistema di sospensione: sarebbe il ponte sospeso più lungo al mondo.

Una foto del Ponte sullo stretto di Messina, dall'ultimo progetto disponibile: il governo Meloni punta a realizzarlo, tra pro e contro, Salvini ci scommette ma mancano costi e fondi

Una foto del Ponte sullo stretto di Messina, dall'ultimo progetto disponibile (Fonte: Eurolink)

Il canale centrale del ponte sarà navigabile per navi fino a 65 metri di altezza. Ci saranno 6 corsie stradali, 3 per ciascun senso di marcia (veloce, normale, emergenza) e 2 binari ferroviari, in grado di far transitare 6mila veicoli l'ora e 200 treni al giorno. Insieme all'infrastruttura sorgeranno diverse opere di collegamento con la viabilità esistente, tra collegamenti stradali e ferroviari.

Il progetto dovrà però essere aggiornato, sotto diversi profili, come l'adeguamento alle ultime norme tecniche di costruzione e progettazione e l'evoluzione tecnologica dei materiali da costruzione. In più, mancano diverse autorizzazioni, soprattutto sul lato ambientale e paesaggistico: nell'ultimo progetto non c'è infatti il parere del Ministero dell'Ambiente per la Valutazione di impatto ambientale (Via), lasciapassare fondamentale per poter costruire qualsiasi infrastruttura in Italia.

L'impatto ambientale di un ponte sullo Stretto

Il progetto del 2011 aveva ottenuto diversi via libera, tranne che dal Ministero dell'Ambiente. Per completare l'istruttoria mancava infatti la valutazione di compatibilità ambientale sulle parti del progetto definitivo rispetto al progetto preliminare. Nel portale delle valutazioni ambientali del Ministero dell'ambiente il parere viene classificato come "Compatibilità ambientale varianti non esprimibile".

I dubbi sull'impatto ambientale di un ponte sullo Stretto di Messina sono diversi e sono stati più volte sottolineati dalle associazioni ambientaliste. Nello stesso progetto del 2011 si identificano alcune criticità ecologiche, con dei rispettivi interventi per ridurne l'impatto sull'ambiente circostante. Ad esempio, si considera di ridurre il rumore causato dalla costruzione dell'opera per non impattare sulla riproduzione della fauna locale o di ridurre il rischio di sversamento di materiale nei fiumi. 

L'impatto ambientale del ponte sullo Stretto di Messina: i rischi del progetto per l'ecosistema circostante

Studio di incidenza ecologica dal progetto del ponte sullo Stretto (Fonte: Eurolink)

L'area di interesse del ponte è delicata dal punto di vista naturalistico. Nei dintorni risultano infatti due Zone di Protezione Speciale e undici Zone Speciali di Conservazione, che riflettono un'alta concentrazione di ecosistemi fragili, biodiversità e aree rilevanti per il transito di animali, sia in mare che in aria. 

Il rischio di terremoti nello Stretto di Messina

L'area in cui dovrebbe sorgere il ponte sullo Stretto viene considerata come "fortemente esposta a rischio sismico e a possibili frane sottomarine", oltre che a tsunami che potrebbero nascere da "Terremoti, eruzioni e frane", si legge nella relazione del gruppo di lavoro sul ponte dello Stretto voluta dal governo Draghi sul tema.

Il rischio terremoti nell'area in cui dovrebbe sorgere il ponte sullo Stretto: il livello di pericolosità è massimo, come si vede dalla mappa della Protezione civile su Sicilia e Calabria

Il rischio sismico in Italia: la pericolosità nello stretto di Messina è di livello 1, la peggiore (Fonte: Dipartimento della Protezione civile)

Il progetto prevede una resistenza ai terremoti fino a una magnitudo di 7,1 della scala Richter, con un impalcato aerodinamico di "terza generazione" stabile fino a velocità del vento di 270 km/h. Secondo l'ultima classificazione sismica del Dipartimento della Protezione civile, Calabria meridionale e Sicilia Orientale fanno parte della Zona sismica 1, quella a maggiore pericolosità.

Trasporti più veloci e "puliti", ma di quanto?

Il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti sostiene che il ponte sullo Stretto di Messina,"congiuntamente agli interventi programmati dal Pnrr sulle reti di trasporto, permetterebbe di ridurre i tempi di viaggio complessivi di oltre il 50% per gli spostamenti ferroviari e di circa il 70% per gli spostamenti stradali". Oltre ai minori tempi di percorrenza, c'è il discorso delle emissioni: secondo il Ministero di Salvini il ponte permetterebbe una riduzione "drastica" dell'inquinamento a causa delle minori corse dei traghetti.

Secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ogni anno attraversano lo Stretto di Messina:

  • 10 milioni di passeggeri;
  • Circa 1,8 milioni di automobili;
  • Circa 800.000 veicoli merci pesanti (camion);
  • 60 mila carri ferroviari.

Con i servizi disponibili è possibile passare lo Stretto con una navigazione di 20-30 minuti, senza però contare accesso, attesa e uscita dai terminal di trasporto. Diverso il discorso dei treni che attraversano lo Stretto, che a volte vengono smontati e poi rimontati per spedire i convogli in direzioni differenti: in questo caso i tempi di attraversamento arrivano a due ore per il trasporto delle persone e anche a quattro ore per i treni merci. Il governo Draghi ha investito oltre mezzo miliardo di euro - anche del Pnrr -, per nuovi traghetti a motori ibridi - elettrico e diesel -, e per dimezzare i tempi di percorrenza dei treni.

I tempi di percorrenza dei treni per lo Stretto di Messina: come si vede dall'immagine, circa un'ora per i treni passeggeri

Il nuovo sistema di attraversamento dello Stretto di Messina per i treni (Fonte: Relazione

Le stime di impatto fornite dal ministero di Salvini sembrano poco solide e si basano sull'assunto che il ponte riesca a sostituire tutto il traffico passeggeri dei traghetti. È vero che i traghetti sono considerati mezzi di trasporto inquinanti, ma allo stesso tempo sostenere che non verranno più usati per la presenza del ponte sembra uno scenario ideale e poco probabile: alcuni viaggiatori potrebbero infatti continuare a preferire la nave per convenienza di percorso o di costo.

Il governo Draghi è già intervenuto per migliorare sostenibilità ambientale dei traghetti e velocità nelle operazioni di imbarco e sbarco spendendo poco più di 500 milioni di euro: per costruire il ponte ne servirebbero parecchi di più.

L'incognita dei costi

Non è chiaro quanto costerà il ponte sullo Stretto di Messina. I costi stimati sono in aumento da decenni: nel 2001 una delibera del Cipe li stimava in 5 miliardi, poi saliti a 6,3 miliardi quantificati dalla Corte dei conti nel 2011 per arrivare fino agli 8,5 miliardi nel 2012.

L'ultimo Documento di Economia e finanza (Def) approvato dal governo Meloni prevede che per l'opera ci vogliono 14,6 miliardi di euro, di cui 13,5 per il ponte e 1,1 per le opere ferroviarie. A queste si devono aggiungere le opere stradali a carico di Anas di cui però non si conosce l'ammontare.

Ponte sullo Stretto, ma senza soldi: il governo Meloni scommette alla cieca

È probabile che i costi stimati aumenteranno ancora, per le stesse ragioni per cui sono saliti negli ultimi anni: adeguamento alla normativa, nuove tecnologie, aumento dei prezzi delle materie prime. In più non si capisce quali saranno le coperture finanziare: nel Def il governo Meloni ha già ammesso che, a oggi, non esistono. Il problema viene dunque rinviato alla prossima legge di bilancio, in attesa di informazioni più dettagliate e studi aggiornati e completi di fattibilità, sotto ogni profilo.

Fonte: Today.it...

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