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Il ritorno della Barrile sui candidati a sindaco: "Per alcuni l'obiettivo è garantire se stessi ma Messina va amata come una figlia"

Una vita dedicata alla politica, presidente del consiglio comunale fino a maggio 2018 e candidata sindaco in corsa solitaria alle elezioni di giugno che portarono De Luca a Palazzo Zanca, torna a fare sentire la sua voce: "Non capirò mai come un tavolo decisionale possa avere attorno a sé solo sedie per parlamentari e segretari di partito"

“Può lo straniero incoronare un Re scelto senza conoscere il regno? È tutta qui la questione sostanziale che ci porta ancora a non conoscere il nome di chi correrà per la sindacatura della nostra città”. Così Emilia Barrile, sulla sua fanpage.

Una vita dedicata alla politica, presidente del consiglio comunale fino a maggio 2018 e candidata sindaco in corsa solitaria alle elezioni di giugno che portarono De Luca a Palazzo Zanca, Emilia Barrile torna a fare sentire la sua voce dopo che la Cassazione ha ribaltato l’impianto delle sentenze in appello annullando senza rinvio perché il fatto non sussiste la condanna per associazione a delinquere nei suo confronti scaturite dall’inchiesta Terzo livello che ha documentato intrecci tra politica, imprenditori ed esponenti della criminalità. In attesa di tornare nelle aule di giustizia per ipotesi residuali del processo da rifare in Corte d’appello, sembra essere pronta a riscendere in campo e non ha resistito di fronte la paralisi nel centrodestra e nel centrosinistra che non riescono ancora ad esprimere una candidatura che contrasti quella di Federico Basile.

A fine maggio sono previste le elezioni ma nessuno dei due schieramenti riesce a deninire la propria posizione continuando a tirare fuori nomi a caso come quegli sfigati che si fidanzano senza che l’altro ne sappia nulla. Accade per esempio, nel caso dell’avvocato Aurora Notarianni che ha già detto no a una possibile discesa in campo ma anche con l’ex sindaco Renato Accorinti che ha dato forfait da tempo.

Ora a tirare le orecchie arriva anche la Barrile che ne approfitta per ricordare anche qualche “tradimento” delle precedenti campagne elettorali.

“Infinite discussioni e interminabili tavoli ai quali siedono parlamentari, spesso neanche messinesi, si concludono puntualmente con un nulla di fatto – scrive la Barrile - L’obiettivo, per alcuni, è alzare il tiro, garantire se stessi, Messina viene dopo. Messina è su un altro piano. Un secondo (o terzo!) piano. È un copione già visto, quello che ha portato nel 2013 e nel 2018 a lasciare il campo agli outsider: candidati che non si muovevano all’interno delle coalizioni. E la gente ha scelto in entrambi i casi delle proposte che, in parte, erano un’alternativa ai partiti, in parte delle sberle a certi rappresentanti strutturati che decidono indipendentemente dal sentire dei territori. Un sentire che, semplicemente, alcuni ignorano. Evidentemente non hanno funzionato quei ceffoni elettorali. Ignorano. Ignorano e se ne infischiano! Del resto, che importa? Per chi non conosce il territorio, chi non lo vive neanche, Messina è uno spazio tra mari e monti in cui passare ogni tanto a stringere qualche mano, fare qualche promessa, creare qualche problema. Non si può decidere per Messina senza sentire Messina, senza ascoltare la sua gente. E non capirò mai come un tavolo decisionale possa avere attorno a sé solo sedie per parlamentari e segretari di partito che oggi ci sono, domani chissà! Dove sono le associazioni? Dove gli attivisti? Dove i referenti dei villaggi, dei quartieri? Le premesse con le quali il nome verrà fuori sono queste e non sembrano ottimali. Da una parte e dall’altra. Fortuna vuole che qualcuno (anche tra i deputati) la pensi così e porti a quel tavolo l’umore e il pensiero della gente che sa rappresentare”.

Secondo la Barrile “Messina ha bisogno di persone che la aiutino a rinascere e questa rinascita passa dalla capacità di chi la rappresenta di sapersi spendere e donare all’ennesima potenza, senza pensare solo, sempre e prima a quale beneficio elettorale poter (o non poter) trarre da ogni singolo gesto. Messina dovrebbe essere considerata come una figlia, come una nostra figlia, e lo dico da madre. Una madre dona e si offre per i figli per il loro bene, perché siano liberi di scegliere, in grado di sopravviverle, di rendersi autonomi e camminare con i propri piedi con sempre più intraprendenza e autonomia. Una madre si sacrifica per il presente e il futuro dei figli, non cerca di tenerli dentro il perimetro del bisogno e della mediocrità perché il cordone ombelicale non si stacchi mai… Da madre, da messinese – conclude - dico apertamente a coloro che oggi devono definire le linee di una campagna elettorale che sarà difficile e decisiva: vedete Messina come una vostra figlia e datele ciò che merita...datele solo amore!”.

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