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Convenzione per la gestione dei fondi Fua, "bocciate" le modiche proposte dal Comune: "Così manco in Burundi"

La presa di posizione del sindaco di Rometta e di altri che lo hanno seguito durante la riunione ieri a Palazzo Zanca con Basile e Puccio. Ecco perchè

“Così com’è non lo approvo”. La chiara presa di posizione sulla convenzione del sindaco di Rometta, Nicola Merlino, seguito dai sindaci di Saponara Peppuccio Merlino e di Villafranca Tirrena Giuseppe Cavallaro.

La presa di posizione ieri mattina, all’incontro convocato dal sindaco di Messina, Federico Basile - presente il direttore generale Salvo Puccio - con i colleghi di Alì Terme, Itala, Rometta, Saponara, Scaletta Zanclea, Spadafora, Venetico e Villafranca Tirrena.

Oggetto della riunione, la convenzione tra i nove comuni per la gestione del Fua, il Fondo unico di ambito che costituisce l’insieme delle fonti di finanziamento previste dalla normativa di settore per l’attuazione del cosiddetto piano di zona. 

Un piano che prevede la gestione unitaria del sistema locale integrato di interventi e servizi attraverso la condivisione delle risorse economiche, professionali e strutturali, nonché delle procedure di gestione amministrativa e contabile.

Ma cosa non sono andate giù ad alcuni Sindaci? Tre articoli della proposta di convenzione che nella bozza tipo trasmessa dalla Regione non c’erano ma sono stati inseriti dal Comune di Messina.

“Quella della Regione era una convenzione condivisibile – spiega il sindaco Nicola Merlino  - ma è stata modificata dal Comune di Messina in tre punti precisi. All’articolo 3 sulle finalità della convenzione che vede il comune di Messina capofila, è stata aggiunta la lettera F  che prevede l’istituzione  di una centrale unica di committenza.

In più: nell’articolo 4 comma 5 nella bozza di convenzione originale si legge che ognuno vota così come prevede la legge mentre in quella prevista dal Comune di Messina  si introduce il voto ponderato: qualora la decisione fra i sindaci non sia assunta all’unanimità, si procede ad una seconda votazione utilizzando il peso ponderato in base alla dimensione demografica di ciascun Comune. Per il calcolo della ponderazione si assume il parametro di un voto ogni mille abitanti come rilevato dai dati Istat.

Se si calcola che tutti gli altri comuni insieme non fanno il numero di abitanti di Messina è facile dedurre che il Comune di Messina, potrà decidere tutto da solo. Senza neanche la presenza degli altri Comuni.

E sempre in caso di controversia la proposta che arriva dal Comune di Messina prevede un altra modifica: all’articolo 11 nella bozza originaria dovrebbe decidere un collegio arbitrale nominato dal presidente del tribunale, in quella avanzata dal Comune di Messina deciderà invece un collegio arbitrale nominato dal sindaco di Messina stesso.

“Insomma, viva la democrazia – arguisce Merlino – così neanche nel Burundi. Sono disponibile ad approvare la bozza approvata dalla Regione o quella del Comune emendata da queste tre modifiche”.

Una presa di posizione, insieme ad altre perplessità manifestare da altri sindaci, che ha indotto a ritirare la modifica relativa al contenzioso e quella ella realizzazione di una centrale unica di committenza. Resta in ballo quella del voto ponderato. Se ne riparlerà alla prossima riunione anche se l’appuntamento resta da fissare.

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