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Depuratore di Tono, i 5Stelle a Faro: "De Luca non ha fatto nulla". La replica: "Mistificatori che rubano il voto"

L'impianto che ha ottenuto ulteriori finanziamenti pari a 11,7 milioni di euro per la realizzazione diventa terreno di scontro politico. Le tappe sui ritardi e le accuse reciproche

Il depuratore di Tono diventa terreno di scontro politico. Ad accendere la miccia le dichiarazioni della candidata vicesindaco del centrosinistra Valentina Zafarana e del deputato Antonio De Luca all’incontro che si è svolto ieri a Ganzirri “Depurazione delle acque: presente e futuro a Messina”, al quale hanno preso parte anche i candidati del Movimento 5 Stelle al Comune e alle circoscrizioni e il senatore del MoVimento 5 Stelle Cristiano Anastasi. E proprio Anastasi ha annunciato la firma al Paur, Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale per la realizzazione del depuratore che consentirà di migliorare l’impatto ambientale dell’area nord e di convogliare i reflui fognari della zona costiera e dei villaggi collinari limitrofi. “Adesso – ha spiegato il senatore - si procederà con la verifica finale della progettazione esecutiva e il bando di gara. Inoltre, grazie all’ex ministro dell'ambiente Sergio Costa, il progetto ha avuto ulteriori finanziamenti pari a 11,7 milioni di euro, decisivi per l'esito finale”.

Ma cosa ha detto la Zafarana che ha fatto saltare i nervi all’ex sindaco di Messina Cateno De Luca? “Che quella del depuratore è una vicenda che si protrae ormai da dieci anni e che era finita nel “buco nero” della Regione, almeno fino all’intervento del Governo Conte, che è riuscito a sbloccare la situazione. L’area di Ganzirri e Torre Faro - commenta Valentina Zafarana - è una delle zone più belle del mondo e ritengo debba essere valorizzata ad ogni costo, sfruttandone le immense potenzialità naturalistiche. Tuttavia, non si può pensare a un rilancio turistico ed economico del litorale se prima non si interviene preservando l’ambiente e offrendo a residenti e turisti servizi adeguati. I cittadini della zona nord non possono continuare a pagare una depurazione che non c’è”.

La Zafarana ha parlato anche della procedura di infrazione comunitaria. Il Comune di Messina dovrà pagare infatti circa 7 milioni di euro di sanzione per la mancata realizzazione del depuratore di Tono.

“L’auspicio è che entro la fine dell’anno si possa dare inizio ai lavori di questa importante opera infrastrutturale, finanziata dal Cipe nel lontano 2012. È una battaglia sui cui ci siamo spesi più volte in Consiglio comunale, sollecitando il Governo Musumeci e l’ex amministrazione”, hanno spiegato i candidati presenti, con riferimento all’annuncio risalente a dicembre 2019, quando l’ex sindaco Cateno De Luca delineò un cronoprogramma (con l’apertura del cantiere già nel 2021) poi disatteso a causa della Regione.

Ma a mettere i puntini sulle i è stato proprio l’ex sindaco che ha ricostruito le tappe dei ritardi: “Il nuovo impianto a Tono è stato finanziato con delibera Cipe nel 2012 con 40 milioni di euro. Nel gennaio 2013, si firma un accordo di programma quadro tra Stato e Regione per la depurazione delle acque reflue e che individua il comune di Messina quale soggetto attuatore dell’intervento che era dunque titolato a fare il progetto e la gara d’appalto. Chi era sindaco il 30 gennaio 2013? Renato Accorinti, quello che voi avete sostenuto – ha detto rivolto direttamente ai 5Stelle - e che ora avete come principale alleato nel sostenere il candidato a sindaco Franco De Domenico. Che cosa hanno fatto Accorinti e i suoi assessori? Nulla, tanto che lui e altri hanno diversi procedimenti penali in corso per le fogne buttate all’interno dei torrenti, le discariche non trattate… non hanno fatto niente. Noi siamo arrivati e l’abbiamo risolto”.

De Luca ha ricordato anche che nel 2015, è il governo Renzi che commissaria tutti i soggetti attuatori che non hanno fatto nulla e nomina l’assessore regionale del Pd Vania Contraffatto commissario straordinario per l’attuazione. Tra questi interventi c’era anche quello di Messina. Risultato? “Non viene fatto comunque niente tanto che viene nominato nel 2017 un altro commissario, Enrico Rolle che riesce a mandare il progetto per la valutazione di impatto ambientale e qui la complicità del governo Musumeci impiega due anni per dare la valutazione. Arriva un altro commissario nel maggio 2020, Maurizio Giugni, ma nel frattempo il costo del deputatore sale da 40 milioni a 51. Cosa doveva fare il governo Conte? Integrare le somme. Non poteva fare altrimenti perché siamo sotto infrazione. Non ci hanno fatto nessun favore”.

Nel mirino anche il deputato De Luca che ieri ha dichiarato che l’ex sindaco suo omonimo “non ha fatto nulla di quello che ha detto” e che gli abitanti della zona Nord pagano all’Amam la depurazione: “In un certo senso sono truffati – ha detto De Luca – perché pagano per un servizio che non hanno”. L’ex sindaco ha smentito categoricamente, bollette alla mano, il pagamento del canone di depurazione: “Non avete argomenti da utilizzate e continuate a dire falsità, siete mistificatori che rubano il voto”, ha detto De Luca invitando la Zafarana, il deputato Antonio De Luca e l’ex assessore all’ambiente della giunta Accorinti, Daniele Ialacqua, a partecipare all’incontro in piazza dell'Angelo di Torre Faro che ci sarà stasera con il candidato a sindaco Federico Basile, dove farà volantinaggio delle bollette dell'Amam da cui risulta che il canone fognario è zero.

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