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Il Governo affossa la legge sul voto ai fuori sede, Matafù: “Inaccettabile piegare i diritti alla burocrazia”

L'associazione FuoridiME, insieme agli altri gruppi della rete, pronta a prendere posizione davanti a un problema sentito da centinaia di migliaia di cittadini. Nella speranza che già per le prossime elezioni di autunno possano essere individuate soluzioni adeguate da parte dell'amministrazione dell'Interno”

Non demorde la rete “Voto sano da lontano” dopo il no del Viminale alla proposta di legge sul voto ai fuori sede.  Almeno 2 milioni di italiani vedrebbero garantito il loro diritto costituzionale di voto se si trovasse una soluzione per il voto fuori sede. Una settimana fa per il Ministero non c'erano sono le premesse per arrivare a questo traguardo di democraticità per le prossime elezioni amministrative e regionali del prossimo autunno, che coinvolgono oltre 1.300 comuni e la Regione Calabria.

E’ quanto emerso in una riunione informale tra i membri della Commissione Affari e i rappresentanti del Ministero dell'Interno, guidati dal sottosegretario Ivan Scalfarotto, che hanno spiegato come il Viminale avrebbe dei problemi tecnici "insormontabili" per poter attuare questa legge, anche se fosse approvata dal Parlamento. Non solo perché lo stesso Scalfarotto avrebbe detto che, se il Parlamento avesse tentato di forzare la mano al ministero approvando la legge, avrebbe rischiato "di mandare a monte le elezioni". 

Dunque il Governo affossa la legge per il voto ai fuori sede perché altrimenti ci sarebbero troppi problemi organizzativi in vista della prossima tornata elettorale. “Siamo sconcertati e preoccupati per la posizione espressa dal Ministero dell’Interno – si legge in una nota dei sostenitori di “Io voto fuori sede” -   Quel che suona incomprensibile è come gli “ostacoli insormontabili” siano stati da tempo superati nella maggior parte degli altri Paesi europei, nei quali i cittadini fuori sede possono votare per posta, in un seggio presso il proprio domicilio. Le proposte di legge in discussione presso la Commissione Affari Costituzionali già contenevano diverse soluzioni, anche di immediata applicazione, alcune delle quali sono presenti nel nostro ordinamento: ad oggi se un cittadino di Palermo studia a Parigi, può votare per corrispondenza; mentre, se studia a Milano, non ha lo stesso diritto”. 

La campagna Voto sano da lontano è nata sei mesi fa per destare l’attenzione sul pericolo che il quadro pandemico così incerto rappresenterà per l’esercizio sostanziale del suffragio, costringendo nei fatti i fuorisede a scegliere tra il diritto costituzionale al voto e quello, fondamentale, alla salute.

Messina trova tra i suoi più fervidi sostenitori “FuoridiME”, di cui è componente del Cda  e responsabile della comunicazione social, Nino Matafù: “Chiediamo a tutte le forze parlamentari di agire subito, per difendere il diritto di ogni cittadina e cittadino di partecipare alla vita pubblica del Paese e della Comunità in cui ha coscientemente deciso di stabilire la propria residenza- spiega Matafù – Non può la burocrazia avere il sopravvento sui diritti fondamentali dei cittadini. Né posso essere d’ostacolo problemi tecnici. Non desisteremo, FuoridiME, insieme agli altri gruppi della rete sono pronti a prendere posizione davanti a un problema sentito da centinaia di migliaia di cittadini. Nella speranza che già per le prossime amministrative e regionali di autunno possano essere individuate soluzioni adeguate da parte dell'amministrazione dell'Interno”.

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