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De Luca senza freni su Musumeci e Armao, lo scontro dal sondaggio rimosso ai fondi per Messina

In una lunga diretta facebook ha accusato gli esponenti regionali di ritorsioni contro di lui e contro la città. Il giallo di un intervento per rimuovere un “test” sulle preferenze dei siciliani

“Siete ormai politamente dei cadaveri viventi. Marceremo per liberare la Sicilia”. Ha concluso così la sua lunga diretta facebook, cominciata con le note della musica de Il padrino, il sindaco di Messina Cateno De Luca che stamani è tornato ad attaccare il presidente della Regione Nello Musumeci. 

Ma nel mirino è finito anche l’assessore regionale al Bilancio, Gaetano Armao che in una intervista ha bollato come false le accuse alla Regione di ostacolare le iniziative per lo sviluppo e il risanamento della città. De Luca, che ha più volte fatto riferimento agli ambienti massonici, ha rilanciato elencando i fondi ancora da erogare a Messina e accusato Armao di aver lavorato, a più riprese per metterlo in difficoltà. De Luca ha fatto riferimento anche al suo arresto del 2009, nel bel mezzo del consiglio comunale, quando era sindaco a Fiumedinisi.

“Dalla Regione ritorsioni”

Anche di recente – denuncia il primo cittadino - sarebbero scattate “ritorsioni” con richieste di chiarimenti su atti amministrativi del Comune di Messina che secondo il sindaco sarebbero scattate proprio all’indomani dello scontro per i lavori al serbatoio di Montesanto diventati famosi per il siparietto tra sindaco e assessore a colpi di “Fate schifo” e “Sucati un pruno”

Il Comune avrebbe già risposto oltre un mese fa ma resta in attesa di riscontro. Il dibattito si è infiammato dopo che ieri De Luca aveva accusato il direttore del Quotidiano di Sicilia di aver ceduto alle pressioni di Musumeci rimuovendo una sua intervista nonchè il sondaggio avviato per tastare le preferenze dei siciliani sul futuro presidente della Regione. Sondaggio che sin dalle prime mosse lo avrebbe visto in pole position, quasi al 70 per cento.

La rabbia per il sondaggio rimosso

Ma De Luca ha fatto di più: ha annunciato di aver dato mandato per eventuali azioni legali accusando il direttore della testata Carlo Alberto Tregua di non aver rispettato le regole deontologiche mettendo il dito nella piaga di un tema caldo per l’informazione, quello dei contributi pubblici all’editoria. “Il giornale prende milioni di contributi – ha detto - servono a garantire la libertà di stampa e l’obiettività”.

Carlo Alberto Tregua, lo scorso anno era stato condannato a un anno e 6 mesi, pena sospesa, nel processo sulla gestione dei fondi destinati all’editoria. L’accusa: aver simulato la vendita di copie del Qds a una società, inducendo in errore la Presidenza del consiglio dei ministri, dipartimento per l’editoria, nel determinare il contributo pubblico da erogare.

La questione dei fondi all'editoria

Una storia vecchia di oltre vent’anni: gli incassi medi della società etnea da parte del Dipartimento dell’Editoria si sono attestati negli ultimi anni a un milione e 200 mila euro l’anno ma prima dei controlli della Finanza erano nettamente superiori. La società certificava tirature di 40mila copie grazie a un invio massiccio di giornali a ignari lettori, sulla scorta di accordi sottoscritti con enti o associazioni. Una politica che penalizza l’editoria sana, quella che non ricorre a stratagemmi per dopare le copie vendute in edicola.

Di recente la Ediservice, editrice del Quotidiano di Sicilia, si è vista assegnare dalla Regione 659.335,57 euro nell’ambito di uno stanziamento da 10 milioni di euro deliberato dall'Ars per alleviare la crisi che da anni ha colpito il settore e che si è aggravata con l'emergenza Covid.  Un decreto, firmato da Musumeci, con il quale sono stati stabiliti i requisiti del bando per l'assegnazione dei fondi, che ha mostrato una serie di disparità

Armao: “De Luca? Un poveretto” 

Ora però, nonostante manchi più di un anno alle elezioni, la tensione è già alle stelle. Anche tutti i contenuti della diretta facebook del sindaco saranno vagliati dall’assessore Armao: “Non ho potuto sentire nulla in quanto impegnato in diversi incontri istituzionali – ha chiarito a MessinaToday – De Luca? Un poveretto. Per Messina, la Regione ha fatto e sta facendo tutto quanto è nelle possibilità. Dai 40 milioni assegnati per la riqualificazione della zona Falcata, al cofinanziamento per il porto di Tremestieri. Ma anche interventi per l‘apertura della Biblioteca comunale”. 

Tutti interventi che De Luca ha “smontato” nella sua diretta facebook, elencando tutti i fondi che risultano bloccati, compresi quelli per la dell'ex Sanderson. Armao intanto ha dato anche disponibilità ad un confronto pubblico a Casa Minutella, dove sono state ufficializzate le candidature di De Luca e Musumeci.  “Se non uscirò con le ossa rotte dopo sarà il turno del confronto con il presidente Nello Musumeci - scrive De Luca -  Come direbbe il Camerata Musumeci: boia chi molla”.

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