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Cronaca

Convegno degli "Ambasciatori del Gusto", lo chef Caliri ai giovani cuochi: "La sostenibilità della ristorazione siete voi"

Ieri l’anteprima del congresso annuale che quest’anno si terrà il 7 e l’8 novembre a Taormina e a Messina

La motivazione, innanzitutto, al centro della relazione dello chef messinese Pasquale Caliri, all'anteprima del congresso degli "Ambasciatori del Gusto", tenutosi ieri nei locali dell’istituto "Albatros" di Giostra. Il cuoco messinese ha coinvolto la platea, portando sul palco un giovanissimo cuoco a raccontare l’esperienza. Storie di vita, coinvolgenti, interessanti e molto lontane da alcuni stereotipi diffusi sui "social". La cucina diventa così "famiglia”" luogo di aggregazione, interazione e sviluppo. Anche e soprattutto umano. Sostenibile, appunto, che è tema di questa edizione dell’incontro annuale degli "Ambasciatori del Gusto".

“Considerate valore il lavoro – ha detto lo chef peloritano alla platea dei giovani accorsi dall’Istituto Alberghiero "Antonello" – perchè la sostenibilità della ristorazione, ma anche del vostro futuro, dipende dal valore che vi date. Un valore che scoprite se indagate nelle vostre passioni e nelle vostre attitudini. E se cercate, anche attraverso la scuola, il vostro talento”.

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Parla a braccio lo chef, cita i filosofi, Aristotele, innanzitutto: "Scoprite il vostro “Daimon” - ha detto - il demone che muove le vostre passioni. E siate incuranti dei troppi messaggi che vi vengono dall’esterno". E ancora Erri De Luca: "Scegliete voi cosa considerare valore".

“Vivete una realtà multisfaccettata – ha detto Caliri – immersa nei "social", realtà divertenti, ma anche distraenti e alienanti. Costruitevi un'identità, fidandovi dei maestri, quelli veri, non le chimere di "TikTok". I veri maestri vi restano dentro, così come la formazione e la cultura che vi saranno indispensabili”.

Un vero e proprio discorso motivazionale quello dello chef, che conclude: “Tanto un prezzo dovete comunque pagarlo - dice in chiusura - sta a voi scegliere se pagare quello della disciplina che vi garantisce un futuro. Oppure, mi auguro di no, quello del rimpianto”.

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